Tre giovani afghani “abbandonati” in stazione
PORTOGRUARO. Migranti abbandonati, identificati e poi lasciati andare e quindi di nuovo abbandonati a sé stessi. Tre cittadini afghani sono stati rintracciati in un carro merci proveniente dalla Serbia e arrivato all’interporto di Portogruaro, sulla stregua di quanto accaduto la scorsa settimana, quando i migranti recuperati furono 13. Solo che, dopo la visita medica al Pronto soccorso di Portogruaro e dopo un riconoscimento al Commissariato sono stati lasciati liberi, senza essere affidati ad alcuna struttura di accoglienza. Sabato sera (e fino a oggi) non c’era nessun agente delle forze dell’ordine disponibile per il fotosegnalamento. Si sarebbero dovuti trasferire a Venezia, ma mancava il personale per il trasporto nella città lagunare. Le conseguenze di quello che può apparire come un “corto circuito” sulla sicurezza e nella burocrazia, sono state queste: i tre afghani, tutti molto giovani e richiedenti asilo già da un anno in varie nazioni europee, hanno bivaccato alla stazione ferroviaria di Portogruaro, girovagando nei pressi dei binari. È intervenuta la Croce Rossa.
L’arrivo di tre nuovi richiedenti asilo è stato segnalato al deputato Sara Moretto. L’esponente portogruarese del Pd proprio lunedì scorso aveva trasmesso all’attenzione del ministro dell’Interno, Minniti, un’interrogazione urgente per il caso profughi. Dal Viminale ancora non è arrivata una risposta, ma tutto fa pensare che ci sia dietro l’arrivo di 16 profughi a Portogruaro un’organizzazione criminale che permette ai migranti che vogliono percorrere la cosiddetta rotta balcanica, di salire sui treni merci e viaggiare in condizioni prive di igiene e disumane. Durante il tragitto, in condizioni estreme, i migranti rischiano di morire per asfissia.
Dei tre afghani si sono perse le tracce. Hanno riferito alla Polizia di essere stati prima in Ungheria, poi in Serbia, ma che avrebbero preferito restare in Italia. In difficoltà anche il modello di accoglienza di Portogruaro, assurta all’attenzione nazionale per l’accoglienza rivolta ai “ragazzi della palestra”, i migranti ospitati nel 2015 grazie alle associazioni e ora inseriti perfettamente.
Rosario Padovano
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