Travolto dal treno, aveva 82 anni. La salma riconosciuta dai familiari
L’anziano avrebbe attraversato i binari senza accorgersi che stava transitando un convoglio. Le indagini propendono per un incidente. Il corpo ricomposto all’obitorio dell’ospedale dell’Angelo

Sarebbe un ottantaduenne di Carpenedo, l’uomo che lunedì ha oltrepassato la sbarra bianca e rossa, ignorando il semaforo acceso e il campanaccio che annunciava l’arrivo del treno, e ha attraversato i binari, finendo travolto e ucciso lungo le rotaie che tagliano via Trezzo, a Carpenedo, in corrispondenza della stazione e dell’attraversamento a raso.
Il corpo si trova all’obitorio dell’ospedale dell’Angelo, dove è stata ricomposta la salma e dove è giunta la famiglia dell’anziano, un’operazione lunga e complessa, che ha richiesto parecchio tempo, come purtroppo accade in questi casi.
Un dramma che ha lasciato sgomente le persone che transitavano in quel momento e che si sono ritrovate a dover tornare indietro, immaginando cosa potesse essere nel frattempo accaduto. E che ha richiamato alla memoria quanto avvenuto nei mesi estivi, quando a perdere la vita lungo le stesse rotaie, era stato un ragazzo giovanissimo, di appena 24 anni.
Sono in corso le indagini e gli approfondimenti, per accertare cosa sia accaduto nei momenti precedenti l’impatto. E soprattutto capire se si sia trattato di un tragico incidente o di un gesto volontario.
Ma le forze dell’ordine propenderebbero più per un incidente e dunque per un dramma, dettato da circostanze difficili da decifrare.
Il passaggio a livello di Carpenedo da alcuni mesi è dotato sotto le sbarre di una protezione metallica. Non solo: la stazione in questione ha un sovrappasso con scalini dove si può passare a piedi.
Martedì, nel frattempo, i pendolari del Veneto Orientale, per bocca di Oliviero Cassarà, pendolare di lungo corso, come si firma, hanno scritto una lettera a Trenitalia: «Nella giornata di ieri (lunedì, ndr) è successo un tragico incidente. Sono seguiti i soliti problemi con il blocco e la cancellazione di molte corse».
Cassarà racconta la sua odissea durata ore: «Dovevo tornare in quel di Meolo prendendo la corsa delle 11.09 della linea di Portogruaro, ma la corsa è stata cancellata. Mi reco subito in biglietteria dove mi viene spiegato dal personale di Trenitalia che la prima corsa utile per arrivare a Meolo sarebbe stata quella delle 15.09 e che l'azienda stava valutando di usare dei bus sostitutivi in partenza da Mestre ma che ci sarebbero almeno volute 2 ore».
Di seguito il viaggio interminabile. Il pendolare chiama in causa Trenitalia: «Come già visto i protocolli emergenziali sono di una lentezza pachidermica».
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