Transenne e sensi unici anti movida a Venezia

Allo studio della Polizia locale anche la possibilità di impedire la vendita ai giovani di alcolici per asporto

VENEZIA. Sabato, Venezia ha pagato anche lo scotto dell’arrivo in centro storico, per la movida, di molte persone provenienti anche dal resto della città Metropolitana e da altre province. Da qui la necessità, per limitare i danni da assembramento, di limitare anche il flusso di persone nei luoghi dell’aperitivo.

Cosa non semplice vista la situazione che si è creata sabato pomeriggio dove migliaia di persone a Santa Margherita, in fondamenta degli Ormesini e in Erbaria, hanno dato vita a un continuo assembramento.

Il comando della polizia locale sta studiando un piano per impedire il flusso, verso i punti caldi, di persone provenienti da fuori città e regolare quello dei residenti. In particolare destinato ai fine settimana. Marco Agostini, comandante della polizia locale, spiega che si stanno studiando chiusure flessibili per impedire il divieto di accesso anche ai residenti e quando non serve.

Come avviene, ad esempio, in certe zone di Milano o Roma. A Venezia, non bisogna dimenticare che la polizia locale ha l’esperienza di decenni di carnevali. Quello dei flussi e degli assembramenti che impediscono il transito normale dei passanti è una questione riguarda soprattutto fondamenta degli Ormesini e tratti di Strada Nuova.

Quindi si prospettano sensi unici e corsie, transennate, destinate al transito dei pedoni. Questo vuol dire anche un impegno della polizia locale nel presidiare i punti di accesso fin dal primo pomeriggio. Infatti, spiega Agostini la movida comincia già alle 14.

Il piano prevede delle misure restrittive anche sul fronte della vendita e dei servizi offerti dai gestori di bar e pub. La linea percorsa sarà quella di impedire la vendita da asporto di bevande fin dall’apertura del locale. Qui sarà possibile consumare solo al tavolo sia internamente che nei tavolini sistemati, a debita distanza, nei plateatici che ricordiamo sono stati ampliati durante la prima fase di pandemia, proprio per venire in aiuto ai gestori dei locali.

Ma c’è un ulteriore problema da affrontare. Infatti, soprattutto i più giovani, per non rischiare di restare senza posto nei locali, spesso optano per la soluzione spritz fai da te. Birra o vino portati da casa, patatine o altro presi nei dintorni. Così sui ponti o in piedi in riva, o in campo si sta con gli amici. Non si elimina comunque il pericolo del sovraffollamento anche perché alla fine sono così tanti a pensarla allo stesso modo che si finisce per sovraffollare le fondamenta e i gradini dei ponti. Così le distanze diventano meno sicure.

Lungo i canali la gente è nei campi, sabato, era in giro da tutto il pomeriggio. E molta di più si è vista verso l’ora dell’aperitivo dalle 16 alle 18. Le differenze rispetto a oltre un anno fa quando non era ancora scoppiata la pandemia, sono tante, ma quasi non si notano. Perché è vero che i gestori dei locali hanno ridotto e distanziato tavoli e punti d’appoggio, e stanno anche cercando di applicare alla lettera gli obblighi dei vari Dpcm sulle norme di contenimento del coronavirus. Ma è anche evidente che a Venezia la gente è tornata, proveniente anche solo per il rito dello spritz, da altre città. —

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