Torna sul gonfalone la medaglia di Mestre

Fu conferita dal re per i moti del 1848. E su Wikipedia ora ci sono villa Ponci e il Marzenego

Torna il prossimo 22 aprile sul gonfalone della città di Mestre la medaglia d’oro al valore che la città si conquistà con i voti risorgimentali del 1848, dalla presa di forte Marghera alla Sortita. Dietro la cerimonia di riconsegna della medaglia che torna sul gonfalone di Mestre, dopo tantissimi anni, c’è un pezzo della storia di Mestre, che troppo spesso dimentica importanti anniversari. Dopo aver fatto passare nel silenzio i cent’anni di galleria Toniolo, anche il 22 marzo scorso è passato senza eventi il 165esimo anniversario della presa di forte Marghera da parte dei volontari della Guardia civica di Mestre. Era il 22 marzo 1848, poi il 27 ottobre ci fu la Sortita, che per anni è stata ricordata con una commemorazione storica per i festeggiamenti del settembre mestrino.

Per quella resistenza agli austriaci, ricorda lo studioso di Mestre Paolo Stevanato, del Centro Studi Storici, ma non per la vendetta successiva degli austriaci «con i bombardamenti ordinati dal generale Radetsky che portarono gli abitanti di Mestre da 10 mila a poche centinaia», il Re Umberto I° conferì alla città la medaglia d’oro. Mestre, allora Comune autonomo, fu premiata assieme ad altre 26 città anche se la denominazione di “città” venne attribuita solo nel 1923.

Quella al centro della cerimonia del 22 aprile non è però la medaglia originaria, ma una copia, restaurata dopo che venne danneggiata da una rottura.

Racconta ancora Stevanato: «La medaglia originale conferita a Mestre per i moti risorgimentali (per la cronaca ce l’ha Mestre ma non Venezia) venne donata alla patria nel 1935 quando il governo Mussolini istituì la giornata dell’oro alla patria, convincendo migliaia di donne a donare le proprie fedi in oro per pagare le sanzioni imposte dalla società delle nazioni per la guerra in Etiopia». La medaglia originale, in oro, finì fusa per contribuire alla campagna promossa dal fascismo. In sostituzione a Mestre arrivò una copia che riporta infatti la data del novembre 1935. Ed è questa che, restaurata, torna sul gonfalone di Mestre. Stefano Zabeo, altro appassionato della storia mestrina, ha tentato di riproporre la medaglia originare, basandosi sui disegni di quella conferita alla città di Brescia, che doveva essere simile. Ma la storia è fatta non solo di originali, ma anche di brutte copie e così il 22 aprile, con una piccola cerimonia nel municipio di Mestre (prevista alle ore 18 e organizzata direttamente dal Cerimoniale di Ca’ Farsetti) si va a riscoprire un pezzetto di storia ignota ai più. Come lo è gran parte della storia di Mestre. «Poco noti sono anche i suoi protagonisti. Dagli eroi risorgimentali ai personaggi che hanno contribuito a far grande questa città. Penso al farmacista Zampironi. Pochi sapevano di lui», spiega, amareggiato, Stevanato. Eppur qualcosa si muove.

Su Wikipedia in questi giorni, grazie al lavoro di Duccio Toffanello sono apparse due pagine, una sulla vecchia villa dei Ponci e del bosco, raso al suolo per far posto all’attuale parcheggio, e l’altra sul Marzenego riapparso in via Poerio.

Piccoli contributi per una memoria collettiva. Come la copia della medaglia che torna ora sul gonfalone di Mestre che oggi è un tutt’uno con Venezia.

Mitia Chiarin

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