Torcello, via al restauro dei mosaici della basilica e della muratura esterna

VENEZIA. Dodici mesi di lavori per ridare nuova luce ai preziosi mosaici della basilica di Santa Maria Assunta a Torcello e per rinforzare la muratura esterna, indebolita e fessurata a causa del passare del tempo.
Procede senza sosta, pur in piena pandemia, l’intervento finanziato da Save Venice (che ha appena festeggiato il cinquantesimo anniversario dall’inizio delle attività in difesa del patrimonio artistico veneziano) con 950 mila euro frutto della raccolta fondi lanciata dal comitato internazionale subito dopo la devastante acqua alta del 12 novembre del 2019.
A guidarlo, il decano dei restauratori di mosaici, Giovanni Cucco, tornato ancora una volta nell’isola di Torcello dopo aver recuperato, tra i vari lavori svolti, bellezze bizantine come il Giudizio Universale. Stavolta, il restauro di Save Venice riguarda il catino dell'abside destra con il Cristo Pantocrator, in trono accanto a due angeli, a sovrastare le figure dei quattro dottori della Chiesa (Ambrogio, Agostino, Martino di Tours e San Gregorio Taumaturgo).
Nell’ultima settimana le mani dei restauratori hanno iniziato ad operare sull’abside centrale che ospita nel catino una Vergine Odigitria immersa su sfondo oro. Infine, sarà rinforzata la muratura esterna della basilica. Gli esperti hanno infatti riconosciuto delle fessurazioni risalenti, addirittura, ad un terremoto dell’XI secolo.
«Stiamo continuando ad imparare molto su come la basilica è stata realizzata», spiega Melissa Conn, direttrice dell’ufficio veneziano di Save Venice, «e siamo felici che i lavori siano seguiti da un maestro del calibro di Giovanni Cucco». Nello scorso luglio, un gruppo di archeologi e studiosi aveva scoperto, proprio durate il restauro delle absidi, che prima dei mosaici bizantini la basilica era in realtà decorata con preziosi affreschi di stile carolingio attribuibili al IX secolo.
Oltre al finanziamento dei lavori a Torcello, e insieme ad altre realtà associatie e fondazioni, Save Venice ha contribuito anche al progetto di ampliamento e riqualificazione del Museo Ebraico che integrerà altre cinque unità immobiliari alle undici attuali. Gli spazi verranno ampliati da 1.200 a 2.000 metri quadrati valorizzando l’ingresso, ora poco visibile, con il Campo del Ghetto. L’obiettivo è di aprirlo entro il 2024. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia