Spritz in mano denuncia il marito e ferisce il carabiniere col telefono

La giovane moglie si è presentata in caserma già alticcia ed è stata arrestata. Una badante (che ha patteggiato per maltrattamenti) ha invece violato il divieto di avvicinarsi all’anziano con la scusa di recuperare delle medicine

Roberta De Rossi
Una donna si è presentata con uno spritz in mano dai carabinieri per sporgere denuncia contro il marito
Una donna si è presentata con uno spritz in mano dai carabinieri per sporgere denuncia contro il marito

Maltrattamenti, lesioni aggravate: sono - purtroppo - i due reati che non mancano mai nelle udienze di convalida in un Tribunale, per il resto, semi-deserto in questi giorni d’agosto.

Decisamente singolari, però, sono i due casi trattati il 19 agosto: entrambi hanno per imputate donne e sono avvenuti in circostanze molto particolari.

Donne a processo

Da una parte, in cella di sicurezza per una notte è finita una signora ucraina: una badante, già accusata di maltrattare l’anziano signore mestrino ultraottantenne che avrebbe dovuto accudire. Nello specifico, ha violato l’ordine del Questore di stare lontano dall’uomo.

Dall’altra, agli arresti è finita una giovane donna russa, sposata con un veneziano, che si è presentata (spritz alla mano: c’è una prima volta per tutto, anche per una querela-aperitivo) in caserma dei carabinieri a San Marco per denunciare presunti maltrattamenti subiti dal marito, salvo finire per colpire più volte con il telefono il comandante della stazione dei carabinieri, procurandogli contusioni e dieci giorni di prognosi.

Storie decisamente particolari in un panorama generale alquanto oscuro, che vede le scrivanie dei magistrati di turno riempirsi quotidianamente di fascicoli di “Codice rosso”, con denunce di maltrattamenti e abusi subiti - nella quasi totalità dei casi - da mogli, compagne, madri aggredite da mariti, fidanzati, figli. Oppure, anziani genitori vessati entrambi da figli con dipendenze, alla spasmodica ricerca di danaro. Per non dire delle denunce di abusi sessuali subiti a bordo dei mezzi pubblici, talvolta denunce di veri e propri stupri. Ieri è stato diverso.

La badante

Nel caso della signora ucraina cinquantenne, poco tempo fa ha già patteggiato una pena a un anno e mezzo di reclusione per maltrattamenti nei confronti del signore 87enne mestrino che doveva accudire (in occasione della denuncia, lo aveva colpito alla testa con il manico di un coltello) e che, quindi, era già stata segnalata per la sua aggressività pur continuando a vivere con l’anziano. Proprio ieri mattina le è stato notificato l’ordine del questore di stare lontana da casa dell’uomo. Un provvedimento cautelare che ha immediatamente violato, nonostante gli agenti di Polizia le avessero spiegato che per recuperare i suoi effetti personali avrebbe dovuto mettersi d’accordo, mandando in casa il proprio avvocato o un’amica. Niente da fare, lei è tornata nell’appartamento aprendo con le sue chiavi: «Dovevo recuperare le mie medicine, sono stata operata di cataratta». Motivo valido, ma non per violare un ordine del questore. Tant’è la giudice Cacucci l’ha rimessa in libertà, affidando al giudice che già sta seguendo il caso la decisione di aggravare o meno la misura cautelare del divieto di avvicinarsi all’anziano.

La moglie

Quanto alla giovane moglie decisa a denunciare i presunti maltrattamenti del marito - lo ha fatto altre volte, ritenuta però incline all’autolesionismo (certamente un caso delicato) - si è presentata in caserma già alterata dall’alcol, con uno spritz in mano. Il carabiniere all’ingresso le ha spiegato che così non sarebbe potuta entrare e lei, per tutta risposta, ha consegnato l’aperitivo al primo giovane che passava per strada. Poi è stata ricevuta dal comandante. Risultato, ha colpito più volte il carabiniere con il telefono, finendo così in cella di sicurezza per resistenza e lesioni (10 giorni) a pubblico ufficiale. La giudice Caucci non ha convalidato l’arresto per resistenza - così come richiesto anche dalla pm Nardi - ha rilasciato la donna, che dovrà però affrontare un processo per lesioni aggravate a pubblico ufficiale: un reato per il quale il recente “decreto sicurezza” del governo ha aggravato le pene. —

 

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