Tiv: «Per crescere ancora non occorre ingrandirsi»
Tiv (Terminal Intermodale Venezia) è il secondo e più grande scalo per container del porto di Venezia. Nel 2003 Tiv è stata acquisita dalle società Mariner (che fa capo a operatori maltesi) e Marinvest (che fa capo a Msc) che sono soci paritari. Tiv può contare a Venezia su quattro banchine (mille metri in tutto) ed è collegata alla rete ferroviaria (al pari di Vecon) con tre binari per un totale di un chilometro direttamente collegati alla stazione merci ferroviaria. Da quando la linea di navi porta container di Maersk è passata dal concorrente Vecon a Tiv, la movimentazione di container è ovviamente cresciuta, a discapito di Vecon. Entro fine anno Tiv prevede una crescita dei suoi traffici del 12 o 13 %, con un totale che potrebbe sfiorare i 340 mila Teu. Tiv – che gestisce molte altre linee collegate, tra l’altro con i porti mediorentali (Siria, Egitto, Turchia) e Trieste – pensa di poter superare anche i 500 mila Teu anche restando nel terminal attuale. A pesare sui traffici in laguna, più che gli spazi disponibili, per Tiv sono i limiti e i costi e i tempi per la navigazione nei canali esistenti. Fino a San Leonardo, all’imbocco della laguna da Malamocco, il pescaggio possibile per le navi è di 14 metri, ma poi si scende a 11,5 metri e anche meno e questo impedisce l’arrivo di navi grandi con consistenti capacità di carico. Per questo Tiv, come la concorrente Vecon, è costretta a utilizzare navi più piccole che caricano i container sbarcati al Pireo, a Gioia Tauro e perfino a Trieste dalle mega-navi che possono arrivare e superare le 200 mila tonnellate di stazza. L’approdo di navi più piccole ha comunque il vantaggio di viaggiare a pieno carico e poter, quindi, garantire più movimenti (sbarco e imbarco) in banchina. Un vantaggio che però deve fare i conti con le «rotture di carico» ( il passaggio di container da una nave ad un’altra, prima di arrivare a destinazione) necessarie per poter arrivare in laguna.
Un terminal più grande in laguna – come potrebbe essere quello a disposizione nell’area Montesydial – secondo Tiv dovrebbe fare comunque i conti con rotture di carico e alti costi di accesso nautico a Venezia. «Più che ingrandire» dicono alla Tiv «avrebbe davvero senso ottimizzare le strutture attuali per renderle più efficienti e abbassare i costi dei servizi nautici» . —
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