«Tina era ubriaco al timone» L’audio inchioda il comandante

Nel dialogo registrato tra Elio Nordio e la Capitaneria frasi confuse e alterate Lui però si giustifica: «Falso, i radar erano fuori uso». Aperti due fascicoli



«Cossa vuostu, parla pì pian, no te capisso». Sono le parole, in dialetto chioggiotto, che il comandante Elio Nordio “Tina” rivolge agli operatori della sala comando della Capitaneria di Porto mentre cercano di capire che cosa stia succedendo al peschereccio “Riccardo T.” che sta proseguendo a zig-zag. Spunta un audio-video sul web che parrebbe inchiodare alle sue responsabilità il comandante del natante naufragato nella notte tra giovedì e venerdì in laguna, al largo dell’isola di Ca’Roman.

Con calma serafica dalla Capitaneria di Porto si chiede se ci siano dei problemi a bordo, visto il tracciato anomalo della rotta dell’imbarcazione, ma le risposte di Nordio sono sempre più confuse, addirittura infastidite, tradendo delle alterazioni nello stato psicofisico dell’uomo per cause che sono al vaglio degli inquirenti. I militari chiedono a Nordio se stesse rientrando in porto e dove ormeggiasse una volta rientrato a Chioggia, ma l’uomo continua a dire di non capire. «Siamo gente onesta, che lavora, non delinquenti, volete venirci a controllare?», risponde stizzito. La Capitaneria insiste: «Va tutto bene, serve aiuto? Dovete invertire la rotta, state andando verso Venezia» . Insomma comunicazioni confuse, prive di lucidità. Poi, lo schianto, probabilmente contro una briccola sommersa, in mezzo alla laguna, l’acqua che entra in barca ed il peschereccio che finisce in secca. Quindi i soccorsi, con l’intervento anche della vigilanza del Mose che si adoperano per estrarre Elio Nordio, in evidente stato confusionale.

Nordio finisce in ospedale, dove gli vengono fatti degli accertamenti, tra cui il test alcolemico per vedere se l’uomo fosse ubriaco al timone della barca. I risultati arriveranno solo nei prossimi giorni, ma il primo commento dalla Capitaneria di Porto non lascia molti dubbi: «l comandante non era nelle condizioni di condurre il natante». Elio Nordio, dimesso subito dall’ospedale, però non ci sta e davanti alle telecamere del blog “Chioggia Azzurra” prova a difendersi. «Non è vero che ero ubriaco – dice – avevo solo bevuto un paio di bicchieri di vino mangiando un panino a mezzanotte. La verità è che entrambi i radar sono andati in avaria. Ho rifiutato il soccorso della Capitaneria di Porto perché ero in grado tranquillamente di rientrare a Chioggia, solo che abbiamo colpito una briccola sommersa e siamo naufragati».

Sulla condotta di Elio Nordio, 67 anni, una vita trascorsa in mare, sono stati aperti due fascicoli, uno amministrativo e l’altro penale e saranno probabilmente i risultati degli esami sul tasso alcolico presente nel sangue a fare chiarezza sulla vicenda che rischiava un epilogo drammatico. Nordio asserisce inoltre di assumere molti farmaci ogni giorno, sottoponendosi anche ad iniezioni di insulina. Intanto il “Riccardo T. ” verrà rimosso dal luogo del naufragio nelle prossime ore. —



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