Tilling, il patriota strappato a polvere e oblio
Fu al fianco di Manin: la sua figura ricostruita da una pronipote

VENEZIA.
Ora riposa in una fossa comune del cimitero di San Michele, ma se non fosse stato per una pronipote lidense, la straordinaria storia di Edoardo Gustavo Tilling sarebbe rimasta celata dietro un ritratto ottocentesco e in un baule pieno di documenti, immagini d'epoca e ricordi legati al testamento di una zia. La curiosità di Alessandra Ori ha fatto emergere la straordinaria storia di questo antenato celebrato tra i patrioti dell'Unità d'Italia, genio dell'Arsenale veneziano tra siluri e torpedini, ma prima ancora al fianco di Daniele Manin contro gli austriaci e poi di Giuseppe Garibaldi nella costruzione del nostro Paese che compie 150 anni. Ironia della sorte un uomo neppure nato in laguna, bensì sull'isola di Corfù il 6 gennaio 1822, dove il padre Guglielmo Martino, di origine inglese ancorché nato a Trier in Prussia, era Console Generale per Austria, Morea e Romelia in quel di Zante. Dalle ricerche, Edoardo Gustavo Telling, alla prematura morte del padre nel 1832 si trovava a Gorizia già da tempo per completare la sua formazione scolastica, e solo alcuni anni più tardi giunse a Venezia per risiedere al 5113 del sestiere di Castello. Un'avventura, la sua, che nel 1842 lo vide uscire dalla Scuola della Marina con il grado Cadetto, la stessa in cui si formarono personaggi quali Antonio Sandri, Vincenzo Foscolo, Cristofaro Manolesso, Attilio ed Emilio Bandiera e Carlo Alberto Radaelli. Tanto che quest'ultimo inserì Tilling nell'elenco dei patrioti, perchè aderì nel 1848 all'insurrezione di Venezia proprio contro l'Austria e fu protagonista poi, come Alfiere di vascello, anche nella sortita di Cavallino. Alla caduta di Venezia Tilling venne esiliato, ma ricomparve nella storia d'Italia al fianco di Garibaldi nel 1860, in occasione dello sbarco in Calabria con il grado di Tenente di vascello. Qui fu catturato dai borbonici e rinchiuso a Messina, venendo poi liberato in un celebre scambio di prigionieri tra i due eserciti. Il 18 ottobre venne nominato Capitano di Fregata in nome del Re Vittorio Emanuele II e imbarcato su una pirofregata, partecipò all'assedio di Gaeta dal 19 gennaio al 13 febbraio 1861 venendo decorato con la medaglia d'argento al valor militare. Ma la sua avventura proseguì in Marina. Il 7 aprile 1861 Tilling divenne direttore del III Dipartimento di artiglieria di Ancona prima di tornare all'Arsenale quale direttore del III Dipartimento di Artiglieria e Torpedini. Notevoli furono i suoi studi proprio sulle torpedini e i siluri ai quali apportò grandi migliorie. E a lui si deve l'ordinamento dell'Armeria e il primo nucleo del Museo Storico Navale. Ma Tilling fu protagonista anche della restituzione del modello del Bucintoro sottratto dall'Austria, e riconsegnato in base alla convenzione internazionale del 1868. Gustavo Tilling morì il 12 novembre 1883, nella sua Venezia dopo aver «fatto» l'Italia.
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