Il terminal Rinfuse resta ad Euroports: «Investimenti in crescita per Marghera»
Il futuro dello scalo commerciale. Concessione rinnovata per altri 25 anni, previsti 53 milioni di euro per le infrastrutture. Di Blasio: «Passi in avanti»

Nel 2024 era stato il turno della concessione per Vecon, rinnovata fino al 2049, con investimenti per 78, 6 milioni di euro. Entro un paio di settimane, garantisce il Porto, toccherà a Tiv (fino al 2050, investimenti annunciati per 118 milioni di euro).
Nel settembre scorso l’ufficialità dell’investimento da venti milioni da parte di Vezzani per realizzare nell’ex area Sirma un hub per il settore dell’automotive. Poi lo sbarco del gruppo Siad per la produzione di impianti industriali nell’area nota come ex Abibes. Infine, sullo sfondo, l’attesa riqualificazione del terminal Montesyndial, con il primo stralcio dei lavori (che ha portato all’arretramento della banchina) che terminerà nel giugno del 2026.
In attesa della scadenza nel 2026 della concessione al terminal Multiservice (la cui gara sarà pubblicata a breve), un ulteriore tassello della riorganizzazione a lungo termine del porto di Marghera è stata aggiunta venerdì con il via libera da parte del Comitato di Gestione dell’Autorità rilascio di una nuova concessione demaniale pluriennale e correlata autorizzazione all’esercizio di operazioni portuali a Terminal Rifuse Venezia Spa del Gruppo internazionale Euroports (che opera tra il canale dei Petroli e il canale industriale Ovest).
Percorso accidentato, quello che ha portato al rinnovo venticinquennale (con la promessa di 53 milioni di investimento) della concessione. Il terminal Rinfuse Venezia era stato infatti assegnato a Setramar di Ravenna (attraverso la controllata Lloyd Ravenna), che successivamente ha ritirato l’istanza e alla conseguente assegnazione (in continuità) ad Euroports. Garantiti gli attuali 46 posti di lavoro, destinati a diventare 58.
La concessione riguarda un compendio demaniale di 278.500 metri quadri al Molo B del Porto Commerciale di Marghera comprensiva di aree, edifici e banchine e ha come oggetto lo svolgimento di operazioni di carico, scarico, trasbordo, deposito e movimentazione di merci alla rinfusa, tra cui prodotti agricoli, minerali, rinfuse siderurgiche.
È previsto il pagamento di un canone annuo di 3milioni 163mila euro. La società – che si impegnerà a provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni in concessione – prevede di raggiungere, al termine della concessione, un volume di traffico pari a 3.568.000 tonnellate e di investire complessivamente oltre 53 milioni di euro con l’obiettivo di aumentare la capacità di stoccaggio, potenziare le infrastrutture ferroviarie e i sistemi di movimentazione delle merci.
Ma un incremento fino a 2.744.000 tonnellate è previsto anche per i traffici di merce. Trv inoltre, previsto di incrementare l’uso della modalità ferroviaria con l’obiettivo di portare la quota di merci trasportate via treno al 30% del traffico totale.
«Siamo un porto in crescita, che attrae sempre più investimenti da operatori globali», dice soddisfatto il presidente del porto, Fulvio Lino Di Blasio, «oggi facciamo un ulteriore salto in avanti nel percorso di sviluppo delle attività portuali, di valorizzazione degli asset demaniali, di supporto al mondo del lavoro e di mantenimento e creazione di una nuova Venezia, che compete e attrae anche sul piano delle attività economiche legate al porto e alla logistica. Siamo soddisfatti che Euroports, operatore portuale di rilievo internazionale presente in 10 paesi e che movimenta 70 milioni di tonnellate di merce all’anno nel mondo, continui a riconoscere la centralità del nostro porto di Venezia e a investire sul proprio futuro proprio a Porto Marghera».
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