«Terme, la Croce Rossa non vende l'area»
Il senatore Ramponi (Pdl) gela l'entusiasmo sul progetto avanzato dal comitato di Jesolo

Il progetto dello stabilimento termale nell’area attualmente di proprietà della Croce Rossa
JESOLO.
Terme bloccate sui terreni della Croce Rossa, da Roma la conferma del senatore Luigi Ramponi. Nonostante convegni e progetti già illustrati dal consigliere comunale Claudio Ferro, il senatore del Pdl frena i facili entusiasmi: «La Croce Rossa Italiana non cede i terreni».
«Anzi - prosegue Ramponi - sta progettando futuri ampliamenti e miglioramenti dei servizi indirizzati a potenziare quello che già la Croce Rossa sta facendo per i diversamente abili e le persone che hanno bisogno di aiuto. E' da escludersi la realizzazione delle terme in quest'area». Ad eseguire i comandi del generale sul campo, è il suo «luogotenente» Lucas Pavanetto che spegne a sua volta i sogni di Ferro già concretizzati in un progetto che aveva sottoposto all'attenzione del Comune come possibile strada da percorrere. «Stupisce la sicurezza di Ferro - dice Pavanetto, dopo una telefonata a Roma per discuterne con il senatore Ramponi - ci siamo messi in moto appena abbiamo saputo delle sue proposte e dei progetti esibiti, scoprendo che sono di fatto irrealizzabili». Daniele Bison, di Futuro e Libertà, altro esponente politico bene informato sulle questioni dell'ospedale, punta il dito contro Ferro che sembra diventare il nemico pubblico numero uno dopo la sua loquacità sulle questioni che riguardano la sanità e le future terme: «Inutili le sue anticipazioni, non sa quello che dice. La Croce Rossa non ha alcuna intenzione di vendere i terreni e mi stupisce la perizia chiesta anche dall'Asl 10 sui terreni della Croce Rossa, valutati circa 28 milioni di euro. Mai si è capito il motivo di quella perizia che aveva coinvolto anche la Regione, quasi per tastare il terreno. Esiste al contrario l'area di fianco all'ospedale, praticamente attaccata e destra guardando verso la spiaggia, che rappresenta una finestra sul mare per realizzare un eventuale centro termale che verrebbe così collegato all'ospedale di Jesolo creando un polo sanitario, riabilitativo e del benessere che tutta l'Europa potrebbe invidiarci. Non vorrei - conclude piuttosto irritato - che appetiti e schermaglie politiche ci facessero perdere grandi opportunità per la città».
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