Tentato omicidio a Jesolo, la Cassazione annulla l’assoluzione
Processo d’appello da rifare per Luciano Bazzan: nel febbraio 2019 tentò di uccidere il coinquilino colpendolo al collo con un cacciavite e un coltello

Assoluzione annullata e processo d’appello per tentato omicidio da rifare. Così ha deciso la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dalla Procura generale contro l’assoluzione dell’oggi 64enne Luciano Bazzan, originario di Rovigo, ma da anni residente a Jesolo: l’uomo dovrà nuovamente difendersi dall’accusa di aver colpito al collo, con un cacciavite e un coltello, il coinquilino di allora.
Una storia di emarginazione, emersa nel febbraio del 2019 a due passi da piazza Drago, in un alloggio concesso dal Comune attraverso un’associazione che seguiva e aiutava persone senza lavoro né casa. In primo grado, il Tribunale di Venezia aveva condannato Bazzan a 10 anni di reclusione, con rito abbreviato, e con i giudici convinti che – al culmine dell’ennesima lite – Bazzan avesse colpito il compagno di casa, mandandolo in prognosi riservata.
Sentenza che la Corte d’Appello aveva rovesciato, assolvendo l’imputato. L’uomo, difeso dall’avvocato Alessia Nobile, si era sempre dichiarato innocente.
Quella notte di febbraio 2019, intorno alle 22, un cittadino aveva lanciato l’allarme trovando l’amico romeno in fin di vita nell’appartamento dal quale aveva chiesto aiuto. L’uomo aveva detto ai carabinieri che l’aggressore era stato Bazzan.
Dichiarazioni attendibili per il Tribunale, ma non per la Corte d’Appello. Come mai? I giudici di secondo grado – rileva ora la Cassazione – non hanno motivato “perché” siano giunti a questa conclusione: «La Corte si è limitata a sovrapporre la propria, soggettiva, convinzione inerente la sussistenza del ragionevole dubbio», osserva la Cassazione, «senza però in alcun modo spiegare la ritenuta insostenibilità logica delle valutazioni effettuate dal Tribunale e, anzi, fondando la pronuncia assolutoria su postulati indimostrati, illogici ovvero errati».
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