Tensione con un professore all’Algarotti di Venezia

L’occupazione non è un gioco. Lo hanno dimostrato ieri mattina gli studenti che occupavano l’Istituto Turistico Algarotti quando, di fronte alla volontà di un professore di entrare dopo aver tranciato le catene di un portone d’ingresso, sono usciti in massa dalla scuola presidiata e hanno protestato sulla fondamenta con tanto di fumogeni, megafoni e fischi. La catena era stata messa dagli studenti per impedire ai professori l’accesso e come segno di autogestione. Il gesto di tentata intrusione è stato disapprovato perfino dai professori che si sono movimentati per scrivere un comunicato con tanto di firma, specificando che non condividevano l’azione del collega in quanto «si auspicava un clima di collaborazione e di colloquio tra tutte le componenti affinché l’occupazione in atto potesse diventare un momento formativo (…) ci dissociamo da questo atto e confermiamo la nostra disponibilità al dialogo perché fa parte della nostra funzione formativa». Gli studenti hanno apprezzato la risposta dei docenti con i quali si sta consolidando un atteggiamento di reciproco sostegno. Lo stesso malumore si è manifestato ieri mattina ai “vicini di casa” dell’Algarotti, gli studenti dell’Istituto Tecnico Fermi, che hanno annunciato l’occupazione della scuola in nome del rispetto allo studio. Le motivazioni sono state lette dal balcone di Palazzo Testa dal rappresentante dell’Istituto, Thomas Issori che ha letto il manifesto dell’occupazione promosso dal Coordinamento Studenti Medi ed ha poi spiegato il contesto di disagio. L’Istituto per periti tecnici fa parte delle quattro scuole professionali (Corner e Sanudo a indirizzo sociosanitario e Venier nautico) ed è diretto dal vice preside Alessandro Ghezzo che, il primo giorno, ha voluto controllare la situazione all’interno e si è poi raccomandato di tenere a posto la scuola: «Non è una protesta contro di lui, ma contro i tagli», spiega Issori .
Vera Mantengoli
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