Teatro Fondamenta Nuove, il 31 cala il sipario e Venezia perde un pezzo d'anima culturale

VENEZIA. Il Teatro Fondamenta Nuove ha i giorni contati. Tra lo sconforto del mondo della cultura, il piccolo teatro il 31 maggio cesserà la sua attività.
«Il perdurare della mancanza di sostegno, economico e strategico, da parte delle amministrazioni pubbliche rende non più possibile la gestione di un teatro privato con gli obbiettivi e la qualità che abbiamo sempre voluto offrire alla città, agli spettatori e agli artisti che in questi anni sono stati con noi - si legge in una nota - Nonostante un ruolo di eccellenza nella programmazione e nella produzione nazionale di musica, teatro e danza contemporanei, nonché nonostante un riscontro di pubblico e di critica mai messo in discussione, l’associazione si è vista già nel 2014 più che dimezzare il sostegno da parte dell’amministrazione comunale, in quel momento commissariata, nonostante le attività fossero già state svolte in gran parte e concordate con l’amministrazione stessa».

«Senza più alcun supporto, abbiamo provato a mantenere il nostro progetto attivo per tutto il 2015, riducendo gli appuntamenti per non far venir meno la qualità e grazie alla preziosa collaborazione di soggetti tra i quali il Teatro Stabile del Veneto o DanzaVenezia - continua la nota - ma questa capacità di resilienza e resistenza risulta purtroppo ora impossibile da portare avanti».
«Siamo consapevoli di avere fatto tutto il possibile per trovare una soluzione e di essere riusciti in questi 13 anni a immaginare un progetto culturale di respiro internazionale - spiega il direttore Enrico Bettinello - che ha coinvolto i più importanti artisti della scena contemporanea mondiale e concludiamo addolorati questa avventura con la rinnovata convinzione che Venezia abbia bisogno di politiche culturali innovative e coraggiose, che la sua doverosa centralità sulla scena artistica e culturale europea non possa essere lasciata solamente alle grandi istituzioni, che pur operano in modo egregio, ma che, come in ogni altro centro di eccellenza culturale che si rispetti, debba passare anche attraverso progettualità e strategie di sistema che al momento ci sembra di non scorgere sul territorio».
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