Taxi, nuovi esposti e veleni sulle licenze presidenti nel mirino

Lettere e denunce sui doppi incarichi di dirigenti sindacalisti Del Zennaro: «Normale, la barca la lascio a gente di fiducia»

di Alberto Vitucci

Presidenti-sindacalisti con licenza di taxi distaccati a tempo pieno in ufficio. Sostituzioni «poco chiare», licenze vendute a peso d’oro. E una nuova inchiesta che muove i primi passi. Torna la bufera nel mondo dei motoscafisti veneziani. E’ imminente il rilascio di 25 nuove licenze taxi, e ricominciano a circolare veleni e accuse pesanti. Lettere anonime, volantini affuissi agli imbarcaderi Actv. E un’inchiesta della Procura, appena all’inizio, che sta passando al setaccio i documenti delle cooperative taxi dopo un esposto presentato da un’associazione.

Bufera che arriva proprio nel mezzo delle «liberalizzazioni» decise dal governo Monti. L’abolizione delle licenze è stata bloccata per la laguna, dopo una presa di posizione unitaria di Regione, Provincia e Comune. «Si metterebbe a rischio l’equilibrio della città», hanno detto gli enti locali. Ma c’è necessità di riordinare un settore da sempre in ebollizione, esposto a conflitti, polemiche e ricorsi.

Prima questione, l’iscrizione ai partiti dei sostituti che in questo modo sarebbero stati favoriti nell’ottenere punteggio e licenza. Ipotesi smentite dal Comune e dagli interessati, su cui però sta indagando la Procura. Secondo punto, le sostituzioni. Come vengono effettuate, dal momento che la sotituzione dà reddito e punteggio prezioso? Secondo le denunce anonime inviate in questi giorni, i presidenti delle maggiori cooperative veneziane di taxi non salgono mai in barca pur avendo la licenza. Si fanno nominare sindacalisti e mettono in barca al loro posto i sostituti di loro fiducia. E’ il caso di Silvio Del Zennaro, presidente della Veneziana, che ha messo al suo posto il figlio Andrea dopo essere stato eletto sindacalista Cisl nella sua azienda. Valter Cici, presidente del Consorzio motoscafi Venezia, eletto sindacalista per la Uil al posto di Alberto Barbieri, è sostituito da Matteo Vallotto. E poi Gastone Bravin e Gianluca Coltro (Cgil). «Ma è un fenomeno diffuso, e perfettamente legale», spiega Del Zennaro, «io faccio il rappresentante sindacale della mia azienda da trent’anni. Non mi pare uno scandalo, anzi si creano posti di lavoro. E a chi devo affidare la mia barca, a uno sconosciuto? Chiaro che mi scelgo una persona di fiducia». Non basta per placare la «rivolta» dei sostituti, che chiedono norme più trasparenti per poter accedere a un lavoro che nel periodo estivo consente di guadagnare parecchio. «Ma ci sono periodi buoni e meno buoni», frena Del Zennaro, «ieri ad esempio una nostra barca è rimasta in servizio all’aeroporto 12 ore, non ha caricato bnessuno, è tornata a casa a mani vuote».

Nonostante questo le compravendite di licenze taxi ammontano a volte a cifre superiori al mezzo milione di euro. «Un investimento legittimo», dicono i motoscafisti, «lo fanno anche con i negozi. Uno si fa un debito e si assicura un lavoro per tutta la vita».

L’obiezione è quella che in questo modo il libero mercato farà fatica a imporsi, e le tariffe resteranno alte. Oggi le licenze fra taxi e noleggio sono 285, saranno 310 se saranno rilasciate quelle già decise da Provincia e Comune. Il lavoro non manca e il fatturato è in crescita. Anche questo un aspetto su cui stanno indagando gli inquirenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia