Tassa di soggiorno e Irpef scontro sugli alberghi di Mestre

Il Pd: via lo sconto del 30% della imposta per i turisti che dormono in terraferma per finanziare l’innalzamento della addizionale comunale da 10 a 12 mila euro
Foto Agenzia Candussi/Chiarin/Via Ca' Marcello, Mestre / tavanzamento lavori nuovi Hotel
Foto Agenzia Candussi/Chiarin/Via Ca' Marcello, Mestre / tavanzamento lavori nuovi Hotel



Elevare da 10 mila a 12 mila la soglia di esenzione dell’addizionale comunale Irpef lavorando sulla tassa di soggiorno per coprire il mancato introito e favorire i redditi più bassi.

Lo propone il gruppo del Partito Democratico con un emendamento: «La tassa di soggiorno prevede per chi soggiorna negli alberghi della terraferma una riduzione del 30 per cento», spiega il consigliere Emanuele Rosteghin. «Noi proponiamo che per i primi due giorni di permanenza in terraferma la tassa di soggiorno non abbia alcuna scontistica. Ipotesi dalla doppia valenza: ovviamente quella economica, con possibilità di andare a finanziare altre voci di spesa o mancati introiti e quella di puntare ad un turismo che allunghi i giorni di permanenza in terraferma».

Settecentomila euro servono per elevare la soglia di esenzione Irpef andando incontro, dice il Pd, a pensionati e precari con redditi bassi.

Altro effetto, benefico per l’economia, è puntare ad aumentare i giorni di permanenza dei turisti , oggi di 1,93 giorni a Mestre, il dato più basso del Comune. Sullo sfondo una considerazione: Mestre è piazza alberghiera a tutti gli effetti, come Venezia. Nella primavera 2019 arrivano altri 2.200 posti letto ma il futuro indica di arrivare a 8 mila. A maggio 2019 aprono i quattro alberghi dell’area Mtk e il raddoppio dell’ostello AO di via Ca’ Marcello.

Da Ca’ Farsetti però arriva il parere contrario dell’assessore al bilancio Michele Zuin che ricorda che la tassa di soggiorno ha destinazioni specifiche, tutte legate al turismo, e non alla fiscalità. Vero, concordano dal Pd che chiede che il mancato introito per l’aumento della soglia di esenzione venga coperto «indirettamente da meno sconti per gli alberghi di Mestre». L’intera scontistica vale 2,7 milioni di euro e si potrebbero avere «risorse che potrebbero essere destinate ad abbassare ulteriormente la Tari (tassa sui rifiuti) per le famiglie e le persone in difficoltà». A ridurre la Tari ci ha già pensato la giunta Brugnaro: nel 2019 la imposta di soggiorno arriva a 34 milioni di euro dovuto anche all’aumento di un euro per le locazioni turistiche. Si ottengono 3,5 milioni in più da usare, dice Zuin, per la riduzione della Tari, che sfiorerà il 3 per cento medio.

«Ridurremo la Tari, azione che guarda tutti», dice Zuin. Due visioni contrapposte.

Zuin precisa: «Non è pensabile far pagare la imposta in egual misura a Venezia e a Mestre. Non è logico come non è automatico che più alberghi portino più turisti. E questo produrrebbe la sollevazione degli albergatori. Non è tecnicamente attuabile e non la approviamo», dice l’assessore al bilancio. Se ne parla nella maratona del consiglio comunale dove si votano i nuovi regolamenti sull’addizionale Irpef e sulla tassa di soggiorno, prima del bilancio convocata a Ca’ Lorendan il 18,19 e 20 dicembre con la possibilità di convocazione anche il 21 dicembre. —



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