Tassa di soggiorno, a Jesolo la ribellione degli hotel di lusso

JESOLO. Una protesta a “cinque stelle” contro la nuova tassa di soggiorno. Oggi il regolamento approderà in Consiglio comunale, ma sono adesso gli albergatori più blasonati a insorgere con determinazione, tanto da adombrare defezioni nell’Aja. Almar e Falkensteiner, le due sole strutture ricettive a 5 stelle della località turistica hanno puntato il dito contro l’amministrazione e la scelta in particolare di allargare l’imposta di soggiorno a tutto l’anno.
Luca Boccato, amministratore delegato della società che gestisce l’Almar Jesolo Resort & Spa, si dichiara sconcertato dalle proposte del Comune e anche dell’Aja, associazione di Categoria che rappresenta gli albergatori di Jesolo. Evidentemente non ritiene che l’Aja sia sia sufficientemente opposta alle decisioni. «Sono scelte che non hanno realmente a cuore l’allungamento della stagione turistica della città», afferma Boccato, «se verrà confermato quanto riportato sui giornali, il nostro hotel nel 2018 aprirà 40 giorni in meno rispetto al 2017. Il raddoppio dell’importo della tassa di soggiorno proposto dal Comune che, per i cinque stelle, passerebbe dai 2 ai 4 euro al giorno per persona e la proposta di Aja di applicare la tariffa in somma fissa durante tutto l’anno, ci mette fuori mercato durante i mesi di bassa stagione».

«La tassa, così come proposta», prosegue, «comporterebbe un impatto tra il 6 e l’8% sui nostri prezzi medi. Troppo per riuscire a garantire un livello di occupazione delle camere sostenibile e per essere competitivi a livello nazionale per ospitare i grossi eventi congressuali sui quali basiamo il nostro lavoro durante la bassa stagione. Ma non è un problema solo nostro. Va anche considerata la ricaduta sull’indotto generato da questi eventi e sull’occupazione dei lavoratori. Almar occupa ogni anno circa 120 lavoratori, ma l’anno prossimo per molti di loro, grazie alle scelte di Comune e Aja, si ridurrà significativamente il periodo di impiego».
«Viene il dubbio che Comune e Aja», conclude, «non capiscano il problema o non abbiano realmente a cuore la destagionalizzazione e i suoi vantaggi. Stiamo anche valutando la possibilità di uscire da una associazione di categoria che non ci rappresenta più, come evidente dai fatti».
La protesta continua con Antonello Buono, general manager dell’Hotel Falkensteiner Hotel & Spa: «Per un’azienda come la nostra, che con investimenti importanti sta cercando di consolidare un’apertura annuale di oltre 10 mesi, questo sarebbe un colpo durissimo. In un contesto, quello della bassa e bassissima stagione, dove anche un euro fa la differenza per la scelta della destinazione e dove già l’offerta tariffaria ha marginalità bassissime per rimanere nel mercato, è evidente il danno che i 4 euro ipotizzati per persona al giorno diventano un macigno enorme da sopportare. Che può influenzare seriamente le scelte future sull’apertura e conseguentemente sull’occupazione. Da non sottovalutare poi che due sole strutture 5 stelle contribuiscono già oggi, da sole al 5% del totale del gettito della tassa di soggiorno di Jesolo».
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