Tanti precedenti e quei legami con la mafia

Sandro Righetto
Dei tre di sicuro Luciano Pistolato è il personaggio di maggior spicco. L'ultimo arresto in flagranza risale al 2004, quando viene fermato ancora con cocaina all'uscita dell'A4 di Dolo. Stava tornando dalla Lombardia dove aveva acquistato la sostanza da una banda legata alla mafia. Il gruppo a cui era legato e che secondo i carabinieri comandava, in quel momento, trattava due chili di «coca» la settimana. Si inizia a parlare di lui, nel giro malavitoso importante, quando assalta la villa dello stilista trevigiano Mario Borsato. Arrestato dai carabinieri del Ros, quando parla con gli investigatori guidati dal sostituto procuratore Francesco Saverio Pavone, racconta di come sia rimasto sorpreso quella sera del 1990 nel trovare su un piatto diverse piste di cocaina che lo stilista e i suoi amici stavano «tirando». Pistolato, poi, da tanti anni è stato legato a Pierina Tommasini, l'ex titolare del club Metrò di via Einaudi e compagna di Ottavio Andriolli. Il nome di Pierina Tommasini riporta a un passato in cui la criminalità organizzata della Riviera stava mettendo le radici. È la compagna di Ottavio Andriolli, assassinato nell'estate del 1983 dalla banda Maniero nel suo appartamento di Eraclea. Il pregiudicato di origine milanese è legato al clan di Francis Turatello e controlla per conto del boss lombardo il mondo dei cambisti all'interno del Casinò di Venezia. È lui che fa da maestro a Maniero. Viene ucciso quando Maniero decide di dettare le proprie regole ai cambisti. Nelle deposizioni - seguite al pentimento - Felice Maniero spiega che Andriolli agli inizi degli anni Ottanta gli offre le spoglie di Santa Lucia. Il furto nella chiesa veneziana avviene nel 1981 e Maniero paga la refurtiva 30 milioni. E poi la fa ritrovare alle fozre dell'ordine. (c.m.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video