«Tagli dell’Asl sui laboratori, disagi in arrivo»

Bastianello: gli operatori sono a rischio e i residenti dovranno andare a Jesolo

CAVALLINO. «Non porterà alcun risparmio per l’azienda sanitaria, solo complicazioni per l’utenza di Cavallino-Treporti la decisione dell’Asl 12 di non rinnovare più la convenzione con i laboratori privati, soprattutto per gli esami del sangue». Franco Bastianello della Uildm lamenta il taglio che inciderà sulla velocità di diagnosi delle malattie. «Nel Comune» spiega «opera da diversi anni, con molta soddisfazione della popolazione, il laboratorio di analisi cliniche Tomasini Onagro. Ci si può recare tutti i giorni, senza prenotazione, a effettuare gli esami del sangue. Dal primo gennaio questo non sarà più possibile. Infatti i laboratori privati non avranno il rinnovo della convenzione con la Asl. Se lo vorranno potranno diventare unicamente dei punti prelievo, ma non più esaminare i campioni prelevati».

«Tutto questo è improponibile per ovvi motivi» aggiunge Bastianello «il laboratorio, quasi sicuramente, sarà costretto a lasciare a casa gli infermieri e gli analisti che attualmente vi lavorano. I pazienti, nello stesso tempo, dovranno per forza recarsi al distretto sanitario o rivolgersi all’Ospedale di Jesolo».

Al distretto sanitario di Ca’ Savio attualmente vengono effettuati mediamente quaranta prelievi al giorno, ma non tutti i giorni. Infatti ciò avviene solo il lunedì, mercoledì e venerdì, gli altri due giorni sono dedicati esclusivamente ai bambini e ai pazienti oncologici.

«Già gli spazi all’interno del distretto sono risicati» continua Bastianello «in aggiunta gli infermieri risultano insufficienti sia per la mole di lavoro che attualmente svolgono, sia per l’estensione del territorio da coprire, comprese le isole, sia per la necessità di dover recarsi al domicilio di chi necessita di questi prelievi e non può recarsi al distretto». «Se poi aggiungiamo» conclude «che il paziente deve prima prenotare il prelievo e poi tornare dopo qualche giorno si capisce bene che dal primo gennaio a Ca’ Savio la situazione rischia di diventare veramente esplosiva e ingovernabile, creando tensione sia tra gli operatori che tra i pazienti». (f.ma.)

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