Suicida nel fiume, decisa l’autopsia

DOLO. Verrà eseguita domani l’autopsia sul corpo del paziente della Psichiatria dell’ospedale di Dolo annegato due giorni fa nel Naviglio Brenta. Il pubblico ministero di Venezia Roberto Terzo ha deciso per l’esame autoptico non perché ci siano dubbi sulla causa del decesso ma per capire se avesse ingerito farmaci e in quale quantità. Le medicine, infatti, avrebbero potuto agire sulle sue condizioni mentali e fisiche. Stando ad alcuni testimoni, il 56enne di Salzano, che era ricoverato a Dolo da alcuni giorni, sembra essersi buttato in acqua più che essere scivolato lungo la riva del fiume. Proprio per questo il magistrato sembra intenzionato a capire che cosa è accaduto e i risultati dell’autopsia possono aiutare a capire meglio la dinamica.
L'uomo era ricoverato da alcuni giorni nella struttura sanitaria dolese. Non era però sottoposto a una stretta vigilanza e, senza dare nell’occhio, nella mattinata di martedì si è allontanato dal reparto di Psichiatria e ha raggiunto il vecchio ingresso dell' ospedale, che si affaccia sulla Brentana. In poco tempo avrebbe raggiunto le rive del Naviglio Brenta e si sarebbe gettato in acqua, lasciandosi risucchiare dalle gelide acque del canale. Alla scena avrebbero assistito alcuni passanti, che hanno subito lanciato l'allarme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della tenenza di Dolo e i sanitari dell'ospedale. Purtroppo per il 56enne non è stato possibile far altro che constatarne il decesso. I carabinieri stanno controllando se davvero era lasciato libero di muoversi, se davvero covava la voglia di farla finita. Non è la prima volta che capitano episodi del genere a Dolo. Nel 2010 Roberto Mauro, un cinquantenne affetto da crisi depressive, si gettò a Mira sempre nel Naviglio. Il giorno prima della sua tragica scomparsa era stato ricoverato in Psichiatria a Dolo proprio per una grave crisi depressiva. Dopo aver firmato le proprie dimissioni, andò a casa e scomparve in pigiama alle 3 di notte.
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