«Subito 3 milioni e mezzo a Mevorach»

L’Immobiliare Veneziana srl, la società del Comune da qualche mese presieduta dall’avvocato Alfiero Farinea, dovrà pagare subito alla «Venice Refitting srl» di Andrea Mevorach tre milioni e 582 mila euro, dopo averne già versato un altro milione e 494 mila euro alcuni mesi fa. Lo ha deciso la prima sezione civile della Corte d’appello presieduta dal giudice Vittorio Rossi. L’Ive aveva chiesto la sospensione dell’esecutività della sentenza del Tribunale, che aveva dato ragione all’imprenditore condannando la società comunale a pagargli sette milioni e 744 mila euro. L’avvocato Zeno Forlati, per Mevorach, si era opposto e nel frattempo aveva ottenuto alcuni giorni fa il sequestro dei conti correnti intestati all’«Ive», tanto che la società non ha potuto pagare lo stipendio ai dipendenti e i fornitori.
Ieri, i giudici della Corte hanno deciso con un’ordinanza ed hanno respinto la richiesta di sospensione, sostenendo che «Venice Refitting» dovrà attendere l’esito del giudizio di secondo grado relativo all’impugnazione della sentenza non definitiva per ottenere quanto liquidato in favore della stessa in quella pronuncia», nel frattempo però Ive dovrà versare subito una parte di quella cifra, cioè tre milioni e 582 mila euro (il milione e mezzo già versato era pari alle spese sostenute). Nell’ordinanza, tra l’altro, si legge che «quanto al rischio, si osserva che l’unico elemento allegato dall’appellante è rappresentato dall’entità del capitale sociale dell’appellata, pari a 103 mila euro, ma nulla di significativo è stato evidenziato in ordine alla possibile attuale insolvenza della società predetta, il cui stato di dissesto non può certamente essere desunto da pregresse vicende che, in anni lontani, possono avere interessato gli ex amministratori della società in questione nella gestione di altre società».
Nella richiesta di sospensione, infatti, si metteva in luce la modesta entità del capitale sociale di «Venice Refitting» e si ricordava il ruolo di Mevorach nelle vicende delle linee aeree Alpieagles e del cantiere Dalla Pietà (la prima fallita e la seconda posta il liquidazione con il concordato preventivo), sostenendo si trattasse di insuccessi imprenditoriali. Tutto questo per insinuare il dubbio sulla capacità di «Venice Refitting» di far fronte ad un’ eventuale restituzione delle somme inizialmente corrisposte da Ive. Considerazioni respinte dalla Corte.
Nella causa vinta da Mevorach, che aveva chiesto i danni perchè l’immobiliare gli aveva venduto un terreno a Marghera senza informarlo che era necessaria una profonda bonifica per utilizzarlo, l’avvocato Giuseppe Pea, che in primo grado difendeva Ive, in una sua memoria aveva riferito di un incontro conviviale nella casa di Mevorach alle Zattere al quale nel dicembre 2001, oltre a lui e alla madre Anna Laura Geschmay avevano partecipato il direttore e il presidente di Ive, allora Piero Giacomazzi e Arcangelo Boldrin, e anchera il vicesindaco Michele Vianello. In quell’occasione Mevorach avrebbe illustrato a tutti il progetto che voleva realizzare la sua società su quel terreno di Marghera. Ma soltanto dieci mesi dopo Ive, società pubblicà, mise in cantiere la gara d’appalto per la vendita di quell’area, che si aggiudicò «Venice Refitting».
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