Striscioni contro l'invasione di vu' cumprà
Carretti di traverso in attesa dell'assemblea delle categorie in programma domani

La protesta di ieri in Riva degli Schiavoni contro i vu’ cumprà
Tutti brontolano, si lamentano, ma poi in pochi protestano. Ieri, non c'è stata l'annunciata «serrata anti-vu' cumprà» di banchetti di souvenir e magliette, chioschi e persino ristoranti di Riva degli Schiavoni: solo qualche carretto-magazzino di traverso per una mezzora alle Prigioni e un ministriscione di protesta al Monumento Vittorio Emanuele, ma con tutti i banchi al lavoro.
«Parlano, parlano, s'impegnano a chiudere e poi all'ultimo si tirano indietro: italiani», si lamenta Franco Dei Rossi, pittore di Piazza animatore della protesta contro la fiumana di decine e decine di venditori abusivi, che anche a Pasqua e Pasquetta ha invaso Riva degli Schiavoni. Venditori però scomparsi da due giorni dalla Riva, un po' per la presenza di poliziotti e carabinieri, un po' per evitare inutili tensioni: li si ritrova tra San Moisè e la Strada Nuova, borse in braccio. Tutti tra gli ambulanti regolari si lagnano, pochi credono che la protesta possa sortire effetti: «Sono anni che ci lamentiamo, ma la situazione è andata costantemente peggiorando: mai visto un assessore da queste parti», si lamentano quelli che restano aperti, nella folla di turisti. Sarà anche il potere della domanda che condiziona l'offerta, ma tra le Prigioni e l'Arsenale sono le chingaglierie «Made in...» a farla da padrone. «Ma se noi mettiamo uno spillo fuori posto arrivano multe a raffica», è l'immediata reazione, «mentre si tollerano centinaia di abusivi a bloccare con le loro borse a terra il transito sui ponti, sempre più arroganti nel pretendere spazio». Domani, l'incontro tra le categorie per fare il punto della situazione - anche qui con fronda interna di chi ha protestato sinora - mentre in commissione consiliare approderà la delibera che ripristina (sotto forma di modifica del Regolamento di polizia urbana) il divieto per i venditori di trasportare «borsoni» carichi di merce, cassato dalla Corte costituzionale sotto forma di ordinanza. (r.d.r.)
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