Strattonato dal cane al guinzaglio cade e muore il regista veneziano De Luigi

VENEZIA. È stato attore, documentarista, regista, produttore, sceneggiatore. Ha vissuto d’arte, si è nutrito di arte e ha trasmesso arte. È mancato ieri a 82 anni il veneziano Filippo De Luigi, Pippo per i fratelli Lodovico, Gianni e Caterina. La vita dei De Luigi è stata immortalata e recitata da loro stessi, nel film I sommersi di Gian Enrico Gogò Bianchi. Filippo De Luigi negli ultimi anni viveva a Pergola, nelle Marche, con la sua attuale compagna Kety Grillet, in una casa piena di dipinti, sculture e preziose curiosità.
La causa della morte è stato un incidente mentre era a spasso con il suo cane che, correndo improvvisamente verso una bicicletta, lo ha fatto cadere bruscamente a terra. Per un giorno l’artista è rimasto lucido, poi si è spento. Quel giorno però è riuscito a salutare le persone che amava di più, come la figlia Xenia che lo ha raggiunto e i fratelli che ha potuto sentire per telefono.
Figlio di Mario De Luigi e di Rosanna Quarti di Trevano, Filippo da giovane intraprende la carriera di attore a Roma, lavorando anche nei Sovversivi, celebre film dei fratelli Taviani. La passione per la macchina da presa lo spinge a mettersi in gioco con le riprese.
Inizia così a collaborare per la Rai, girando un documentario sulla Russia del poeta Majakóvskij per poi tornare e cimentarsi con alcuni spot con la concittadina Patty Pravo e successivamente con i Giganti.
La passione per la musica lo spinge ad andare di persona a documentare la vita dei Beatles e dei Rolling Stones: «È stato il primo documentarista che ha vissuto con loro», racconta il fratello Gianni De Luigi, regista e attore. «Ci amavamo tantissimo anche se a volte litigavamo, ma il nostro rapporto è sempre stato bellissimo, ricco di momenti di confronto. Ci sedevamo al Ristorante la Riviera alle Zattere e guardavamo la Giudecca, passando tanto tempo insieme».
De Luigi emerge anche come regista, lanciando Barbara D’Urso nella serie La dottoressa Giò.
«Era molto amico di Bettino Craxi, ma prima di diventare socialista partecipò, quando era comunista, alle contestazioni della mostra del Cinema di Venezia e fu arrestato con Pierpaolo Pasolini nel 1968» ricorda il fratello Gianni. «Pippo fu anche il primo a fare un documentario scientifico, Orizzonti della scienza e della tecnica, di Giulio Macchi, precedente a Quark di Piero Angela, ma poi si dedicò moltissimo alla vita degli artisti, producendo documentari per la Rai».
Il padre è stato una figura importantissima, come dimostra il documentario girato con lui “Tancredi”, premiato ad Asolo al Festival Internazionale del Film sull’Arte.
De Luigi amava Venezia e Cortina, luoghi rimasti nel suo cuore. Visto l’incidente la procura ha disposto l’autopsia, poi verrà cremato, come sua richiesta. «Mio fratello non voleva rimanere rinchiuso in una bara», dice il fratello. «Vuole essere vestito con una camicia rossa, dei calzetti gialli e dei pantaloni arancioni. Era così, un uomo pieno di vita e di colori». —
V.M.
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