Strade private, arriva il conto dei lampioni

Abitate in una strada privata,cieca, usata solo da voi e dai vostri vicini? Preparatevi: è molto probabile che, nell’arco di pochi mesi, oltre a dover sostenere eventuali spese di manutenzione del manto stradale vi toccherà pagare anche la bolletta della luce dei lampioni almeno che il Comune, per questioni di sicurezza pubblica, non decida che sia lui a doversene fare carico. Come fare pagare i privati, ancora non è dato sapere (un contatore per ogni strada chiusa?) «ma un modo si troverà», dice l’assessore al Patrimonio Bruno Filippini.
E’ questa la conseguenza principale della mappatura delle strade realizzata dal Comune, con la collaborazione delle Municipalità. Un elenco che servirà ad escludere le vie sulle quali il Comune non ha competenze, e quindi nemmeno obblighi e spese. L’ultima mappatura risale al 1973 ma fino ad oggi il Comune, non avendo ben chiaro su quali strade avesse competenza diretta, ha rattoppato buche e acceso lampioni un po’ dappertutto. Con questa nuova mappatura cambia tutto, anche se bisognerà aspettare ancora qualche mese perché diventi esecutiva: dovrà passare in giunta, poi in commissione, poi in consiglio comunale. Dopodiché ci saranno 45 giorni di tempo per presentare ricorso, e i tecnici comunali già sanno che ce ne saranno molti. La nuova mappatura svela che su 850 chilometri di strade presenti nel territorio comunale il 23,48% sono private e il 76,52% sono pubbliche. Di queste, togliendo quelle appartenenti ad altri enti, il 50,58% sono di competenza comunale.
Quelle private, si diceva, sono il 23,48%, pari a 152 chilometri, spesso tronconi di strade senza uscita, o stradine di campagna di servizio solo a poche abitazioni. L’analisi storica delle mappe ha permesso ai tecnici del Comune e delle Municipalità di individuare le vie che, pur essendo private, sono comunque assoggettabili ad uso pubblico, in quanto a utilizzo e funzionalità, e di stabilire quelle che il Comune, pur non avendone la competenza, nel tempo ha comunque asfaltato, illuminato e tenuto pulite. Cambiamenti in vista, dunque, per i residenti che, finora, hanno beneficiato del contributo del Comune per una strada privata, o che hanno rivendicato come propria, e magari chiusa al traffico, una via di uso pubblico, che ora passa invece al controllo comunale. Quattro esempi, tra i più noti per le contestazioni di cui sono state protagoniste: via Castelvecchio, via Mandricardo, via San Felice e via Ponte Dese sono strade di cui il Comune ha certificato l’uso pubblico. A Mestre via Goldoni, nel tratto in cui diventa cieca, è considerata privata. E al di là delle manutenzione del manto stradale, il vero nodo da risolvere sarà l’illuminazione, stabilire perché alcuni lampioni resteranno accesi grazie al Comune per sicurezza pubblica mentre in altri serverà il gettone dei residenti.
Francesco Furlan
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