«Storia con tanti lati oscuri. Fiducia negli inquirenti»

Le reazioni di Colletti (Cgil): «O qualcosa non ha funzionato sul fronte sicurezza o i lavoratori erano nel posto sbagliato, la questione sarebbe più grave»
Una persona è rimasta folgorata all'interno della fabbrica dismessa "Sirma"
Una persona è rimasta folgorata all'interno della fabbrica dismessa "Sirma"

MARGHERA. «Si faccia luce sulla morte del lavoratore, un episodio gravissimo ammantato da una nebulosa, come sempre quando c’è di mezzo la Sirma». Riccardo Colletti, segretario provinciale di Filctem-Cgil, esterna tutta la sua preoccupazione per quanto accaduto, ieri pomeriggio, nel sito dell’ex fabbrica di refrattari. Il tema della sicurezza sul posto di lavoro torna comunque sempre a galla, anche se in questo caso vanno chiariti i contorni.

«Attendiamo con fiducia e con rispetto il lavoro degli inquirenti», afferma il sindacalista, «ma sono tanti gli interrogativi da cui ci aspettiamo una risposta. Da quello che si è capito, all’interno dell’ex sito industriale i lavoratori che erano presenti stavano facendo dei lavori di bonifica o di manutenzione. Quello che non è chiaro però è come fosse possibile che ci fossero delle operazioni del genere all’interno di un’area che ci risultava essere sotto sequestro giudiziario. Inoltre, chi è che ha incaricato i lavoratori di andare lì a fare delle bonifiche? Il proprietario dell’area, Stefano Gavioli? Mi risultava che l’ex presidente di Sirma fosse agli arresti, vorrei capire se una persona sottoposta a restrizioni delle libertà personali può mandare una squadra di operai a fare dei lavori in un’area sotto sequestro. Magari i lavoratori si trovavano lì regolarmente ma se così fosse vorrei comunque che chi di dovere me lo spiegasse».

Resta il fatto che un operaio è morto ed un altro è ferito. «La gravità della morte di un lavoratore», commenta Colletti, «è un fatto concreto che non può trovare nessun tipo di scusanti. Se i lavori in corso dovessero risultare regolari di per sé, sicuramente qualcosa non ha funzionato dal punto di vista delle norme di sicurezza. Se un operaio si prende una scossa mortale mentre si trova sul luogo di lavoro, la cosa di per sé denuncia una grave mancanza di sicurezza. Poi, saranno le indagini a spiegarci che cosa è successo ma di certo non è normale che un lavoratore si trovi a lavorare in un luogo dove c’è un così grave pericolo potenziale per la sua vita. E se gli inquirenti dovessero poi arrivare alla conclusione che i lavoratori lì non avrebbero dovuto esserci, beh la questione diventerebbe ancora più grave sotto il profilo delle responsabilità».

Le polemiche tra Gavioli e i sindacati hanno avuto anche risvolti giudiziari. Lo scorso ottobre quattro ex delegati sindacali di Sirma sono stati assolti dopo un lungo processo che riguardava un presidio dei lavoratori durato cinque giorni davanti ai cancelli della fabbrica.

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