Stop alla truffa dell’acqua dei miracoli

Biologa marchigiana riceveva i malati a Favaro e li curava con costosi flaconi. Denunciato il proprietario dell’immobile

di Carlo Mion

C’è anche un imprenditore di Favaro, tra i 38 denunciati dai Nas di Ancona per false cure mediche e che secondo l’accua spacciavano semplice acqua di rubinetto per pozioni miracolose. L’uomo abita in via Lito Marino al civico 64, e lì ospitava, per le sue “visite”, la biologa marchigiana, considerata l’ideatrice della truffa.

Durante la perquisizione i carabinieri hanno trovato e sequestrato mille boccette di liquido che di miracoloso aveva ben poco. E’ acqua di rubinetto. Con pubblicità online e il passaparola, il gruppo si presentava come un “team qualificato di biologi e fisici” che aveva messo a punto una tecnica innovativa per “riarmonizzare la materia” attraverso le presunte “frequenze” sprigionate dalle acque “benedette”.

I “miracoli” medici erano proposti dallo studio “Giba” di Numana che aveva sedi staccate anche in altre parti d’Italia, tra cui quella di Favaro.

Lo studio della dottoressa Enza Maria Ciccolo, 71 anni, una laurea in biologia a Pisa e studi a Lione, nella “Scuola di Auriclomedicina”, è il centro delle “Acque a Luce Bianca”, cioè la “metodologia innovativa per il risanamento e il riequilibrio dell’uomo e dell’ambiente, la tecnica idrofrequenziale, regolarmente brevettata”, come si legge nel sito internet dedicato al “Giba”, che – secondo la procura di Ancona e i carabinieri del Nas – avrebbe illuso almeno 500 malati di poter guarire con pozioni a base di semplice acqua del rubinetto.

Flaconcini le cui gocce sarebbero “di protezione e aiuto anche per guarire dalla polmonite della Sars”. Nell'home page del sito viene spiegato che “per dare aiuto alla nostra terra in un momento così particolare” è necessario “riabilitare e stabilizzare la nostra alleanza con gli Angeli di Dio, ed essere coscienti che il nostro mentale sia pieno di virtu”. L'aiuto degli «Angeli di Dio, riporta in noi delle potenzialità originarie che si sono spente sempre più nell’alleanza con gli angeli caduti, matrimonio che ha generato nei millenni i nostri demoni, figli geneticamente modificati».

Lo studio e l'utilizzo delle acque che provengono dai luoghi sacri «naturalmente informate di Amore di Luce, può sciogliere in noi l’antico matrimonio realizzando la nuova genesi». Ai pazienti – una ventina quelli della nostra zona che si recavano a Favaro – veniva spiegato che «la malattia non attende un rimedio dall’esterno, ma una comprensione profonda, dalla quale scaturisce la possibilità di una guarigione di tutti i piani dell’essere, attraverso una risonanza che ciascun malato trova con frequenze di luce che gli sono necessarie e che un’Acqua gli conduce. Quest’acqua agisce su di noi come su ogni organismo vivente, e ricollega l’uomo al suo ambiente, riconducendolo a Dio».

La biologa e i suoi 38 collaboratori, tra cui l’imprenitore di Favaro, sono stati denunciati dal Nas di Ancona per esercizio abusivo della professione medica, associazione per delinquere finalizzata alla truffa e lesioni. Persone di ogni fascia d’età e classe sociale, in alcuni casi molto facoltose, che pagavano dai 100 ai 200 euro e oltre per dei flaconcini con acque che, secondo quelli del centro “Giba”, provenivano dai santuari mariani di Lourdes, Fatima e Medjugorje. Fra i malati, anche persone affette da cancro o altre gravi malattie, disposte a lunghi viaggi per farsi visitare dalla biologa.

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