Stop a gite e corsi La protesta dei prof contro la Gelmini

La scuola media Leonardo Da Vinci
MIRANO.
Insegnanti e personale di servizio in rivolta alla scuola Da Vinci di Mirano: stop a gite scolastiche, straordinari e supplenze per dire «no» alla riforma della scuola. Anche la media del capoluogo dunque scende in campo contro il ministro Mariastella Gelmini, a fianco di tanti altri istituti italiani che in queste settimane hanno alzato il tiro sulle novità del nuovo anno scolastico. Nei giorni scorsi insegnanti e personale di servizio si sono riuniti in assemblea per decidere le contromosse alla riforma varata recentemente dal governo. Ne è uscita una mozione, firmata dalla maggioranza dei docenti, che denuncia il blocco del contratto per tre anni con la conseguente perdita del potere di acquisto degli stipendi, l'abolizione degli scatti di anzianità dal 2013 e l'innalzamento dell'età pensionabile per le donne. Ma anche il licenziamento di molti docenti precari e tagli pesantissimi agli organici del personale. «La riforma - denuncia Monica Barbiero, della Snals, il Sindacato nazionale autonomo dei lavoratori della scuola - avrà conseguenze pesanti anche per la didattica, provocando il sovrannumero degli alunni di ogni classe, il peggioramento della qualità dell'offerta formativa e con un sempre più frequente ricorso allo smembramento delle classi». Temi non nuovi del mare di polemiche che hanno accompagnato la riforma. Stavolta però la scuola di via Wolf Ferrari, con due sedi staccate all'interno del comune, è passata dalle parole ai fatti. Per salvaguardare la propria professionalità il personale della Da Vinci si dice pronto a rinunciare a tutte le cosiddette attività aggiuntive organizzate oltre l'orario contrattuale e quindi: gite, viaggi e visite di istruzione, attività realizzate in collaborazione con enti esterni e soprattutto supplenze e straordinari, fatti salvi eventuali casi di emergenza. Scelte difficili e impopolari che personale docente e di servizio cercheranno di spiegare ora alle famiglie degli alunni, in un'assemblea pubblica che sarà organizzata a breve, cercando così di coinvolgere nella lotta anche i genitori.
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