Stefanel cambia idea «Non compro più l'isola delle Grazie»

Giovanna Stefanel In alto l’isola delle Grazie
VENEZIA.
«L'isola delle Grazie? No grazie, non ci interessa più». La forma non è questa, ma la sostanza sì. La Giesse Invest di Giovanna Stefanel, che nel novembre 2007 si era aggiudicata l'isola dell'ex ospedale malattie infettive per 10 milioni e mezzo di euro, ha comunicato all'Asl 12 la propria intenzione di risolvere il contratto preliminare. Ma l'azienda sanitaria pretende il pieno adempimento.
Le ragioni di questa retromarcia sono state comunicate al direttore generale dell'Asl 12 dall'avvocato Giovanni Sala. La Giesse Invest non solo intende risolvere il contratto preliminare sottoscritto il 13 dicembre 2007, ma pretende anche la restituzione da parte dell'Asl dei primi 620mila euro versati e si riserva il successivo risarcimento danni. Motivo della retromarcia: le condizioni poste dal Ministero per i beni culturali e dalla Soprintendenza. Condizioni, che, secondo la Giesse Invest sarebbero talmente limitanti da non rendere più appetibile l'area. Ma l'Asl 12 non vuole nemmeno prendere in considerazione la prospettiva che sfumi questo affare da 10 milioni e mezzo di euro e si è affidata all'avvocato Sandro Trevisanato per far sì che il tribunale imponga alla Giesse di onorare i propri impegni acquistando l'area. La vicenda. Dopo dieci mesi di contenziosi legali, perizie e controperizie di principi del foro sulla proprietà, vendibilità e destinazione d'uso dell'isola, dopo una prima asta (impugnata dall'imprenditore Lino Cazzavillan, escluso dalla gara) annullata e rifatta con tanto di ricorso al Tribunale amministrativo regionale, nel novembre del 2007 l'Asl 12 aveva venduto a Giovanna Stefanel per un prezzo superiore di 2 milioni di euro rispetto al valore della prima asta. L'imprenditrice trevigiana avrebbe voluto farne un resort esclusivo, un buen retiro di lusso. L'Asl aveva chiesto l'autorizzazione ad alienare nel settembre 2006; il nullaosta alla vendita dell'isola da parte del Ministero per i Beni culturali era arrivato soltanto nel dicembre 2009. Un'autorizzazione, tra l'altro, subordinata a prescrizioni ben precise. Quando l'Asl ha comunicato alla Giesse Invest la data per la stipula del contratto definitivo l'acquirente non si è presentato. E, anzi, ha poi fatto capire che a quelle condizioni l'affare non gli interessava.
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