Spunta un teschio durante lo scavo

Restauro con il brivido: la pala dell’operaio affonda nella terra per scavare una fossa settica e cozza contro un teschio umano, frantumandolo: mezzo metro sotto il pavimento del piano terra dell’ex caserma dei vigili urbani ai Frari - a San Polo 2543, ora ufficio Veritas - è così saltato fuori un intero scheletro, brunito dal tempo, accanto a un capitello, vicino al muro maestro.
È accaduto giovedì pomeriggio, poco dopo le 17.
Per quanto rapidamente spiegata con le conoscenze storiche sulla zona - che testimoniano della presenza un tempo di una chiesa, probabilmente con relativo vicino camposanto - la macabra scoperta ha trasformato per qualche ora la zona in una “scena del crimine”.
Poche ore e si sono mobilitati i vigili urbani del Pronto Intervento con Francesconi e Zanetti, il comandante del nucleo Gianni Franzoi ha avvisato il pubblico ministero di turno Giovanni Zorzi, che ha incaricato la medico legale Cristina Mazzoleni di certificare che di antichità si trattasse. Sul posto, naturalmente, il direttore di Veritas Maurizio Calligaro e i responsabili dei lavori.
È stata poi avvisata la soprintendente Renata Codello: un tourbillon di telefonate, sopralluoghi, verifiche incrociate, gran curiosità di vicinato e passanti per tutto quel via vai di persone e per il ritrovamento dello scheletro. Una scoperta che qualche brivido lo provoca sempre, anche se si tratta di un “morto-morto”, senza misteri, per quanto non si sappia ancora né quando né come: troppo compromessa la situazione statigrafica del terreno per “datarla” con sicurezza e capita spesso che - in zone limitrofe a chiese - si possano trovare resti di ossa umane.
Era ormai notte fonda quando “la scena” è stata smobilitata e gli addetti delle pompe funebri Soffiato hanno portato via i resti del corpo, depositandoli all’ospedale civile, in attesa delle definitive disposizioni del magistrato sul destino finale - un cimitero vero - delle ossa.
Tant’è, dopo un sopralluogo, l’architetta della soprintendenza Ilaria Cavaggioni ha autorizzato la ripresa dei lavori, a condizione che il reperto - ovvero il capitello - sia attentamente coperto e salvaguardato, dando disposizioni all’impresa nel proseguire con lo scavo della fossa settica dopo aver effettuato altri sondaggi nella zona.
Roberta De Rossi
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