Spostati medici e infermieri da Medicina e Cardiologia
JESOLO
L’annuncio della riapertura dei Covid hospital in tutto il Veneto da parte del presidente Luca Zaia non ha trovato impreparati i residenti nella città di Jesolo, dove già da più di una settimana è stato attivato il Covid 1, sezione dedicata alle malattie infettive che era stata chiusa a fine maggio scorso.
Reparto dove sono stati dirottati da altri reparti medici e infermieri. Nei giorni scorsi è stata di fatto disattivata Medicina e anche Cardiologia riabilitativa a Jesolo. Al Covid 1 sono in servizio effettivo 25 infermieri e 5 medici coordinati dal primario Lucio Brollo, lo stesso che con il dottor Fabio Toffoletto, quest’ultimo in Terapia intensiva, aveva gestito fino a quasi 80 pazienti più una quindicina di terapia intensiva con ventilazione meccanica.
Allora tra marzo e maggio, quello di Jesolo era diventato interamente Covid Hospital. Quei numeri al momento sono lontani, ma i contagi stanno salendo e l’ospedale di Jesolo è stato tra i primi reparti Covid a riaprire i battenti. Meno di un mese fa era arrivato da Mestre un paziente cardiologico per la riabilitazione, più altri pazienti di altre città della provincia e pare che in quel momento il covid sia ricomparso con un positivo.
Contagiati subito alcuni infermieri e altri pazienti e, vista la situazione di altri ospedali saturi in Veneto, il direttore generale Carlo Bramezza ha deciso per la riapertura immediata del reparto.
Lo aveva sempre assicurato che, dopo il 30 maggio scorso e la chiusura ufficiale del Covid hospital, nel volgere di poche ore sarebbe stato possibile riaprire le malattie infettive e, se il caso, anche la terapia intensiva.
Allora era il momento dei festeggiamenti, degli “angeli in corsia” celebrati con eventi e concerti emozionanti. Ma il virus non era certo scomparso con la bella stagione ed era solo latente. E il personale medico lo sapeva bene. Arrivato settembre, il Covid 1 è puntualmente ritornato, con la necessità di questo spostamento del personale in emergenza.
Un primo modulo di una ventina di posti letto per sintomi lievi e sotto controllo, che non richiedono assistenza nella respirazione. È il primo dei moduli che potranno essere aperti assieme ad altri 3, per un totale di una ottantina di posti letto. Poi altri 15 di terapia intensiva con ventilatori meccanici nei casi più gravi che finora non sono arrivati.
Il solo paziente in terapia intensiva è a San Donà, ma con altre patologie gravi dovute all’età. L’Usl 4 è insomma attrezzata. C’è la disponibilità di posti letto anche alla casa di riposo Stella Marina, di fronte all’ospedale del lido, per una riabilitazione posto Covid, poi la casa di Cura Rizzola a San Donà, che era stata preziosa e collaborativa in piena pandemia con grande senso di responsabilità. E poi gli ospedali di San Donà e Portogruaro per eventuali altre emergenze di reparti e personale. —
Giovanni Cagnassi
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