«Sposami»: lei perseguita il direttore della banca

CAMPOSAMPIERO. Per anni L.N., 55 anni, non aveva dato scampo a quell’uomo, direttore di banca dell’istituto in cui faceva le pulizie. Per anni e ancora oggi: lui, nella sua testa, era diventato un’autentica ossessione. Al punto che il giudice padovano Tecla Cesaro, chiamata a giudicarla per il reato di stalking, aveva disposto l’esecuzione di una perizia psichiatrica affidata al dottor Claudio Rago. Ed è arrivata la conclusione: vizio di mente totale per un disturbo delirante.
Un vizio riconosciuto quando lo stato di alterazione mentale è tale da comportare una assoluta mancanza di capacità di intendere e di volere, nonostante il soggetto abbia all’apparenza una vita sociale di relazione e contatti. Così il giudice ha deciso il proscioglimento dell’imputata e l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata con obbligo di curarsi per due anni. Il perito, infatti, aveva ritenuto la donna socialmente pericolosa perché fissata e ossessionata da quell’uomo che voleva sposare ma non imputabile in quanto incapace di intendere e di volere.
Era stato il bancario a firmare la querela nel tentativo di proteggere se stesso e, soprattutto, la sua famiglia. L.N. (difesa d’ufficio dall’avvocato Paola Menaldo) non era nuova a molestie visto che nel 2007 era stata destinataria di due decreti penali di condanna. Nonostante qualche guaio, aveva trovato da lavorare come colf e faceva le pulizie nell’istituto di credito dove la vittima delle sue attenzioni era direttore. Lui, cortese e gentile con tutti, la incrociava quasi tutti i giorni. E la salutava, scambiando anche qualche parola. Ecco che quei gesti, scambiati probabilmente per qualche altro sentimento, hanno alimentato chissà quali fantasie fino a trasformare il direttore di banca in un’ossessione. Nel 2010 iniziano i pedinamenti. Ma L.N. va oltre. In un paio di occasioni tenta di scavalcare il cancello di casa dell’uomo dopo aver suonato con insistenza il suo campanello.
La famiglia del bancario è costretta a modificare le proprie abitudini e a vivere in un continuo stato di ansia e paura: quando L. incrocia per strada la moglie dell’uomo, le sputa in faccia, la offende e la minaccia di morte. A poco serve il divieto di avvicinare i luoghi frequentati dalla vittima e dai suoi familiari emesso dal giudice. L.N. continua la sua persecuzione fino a sparire, salvo rifarsi viva dopo lunghi mesi per diventare lei, di nuovo, l’ossessione del suo bersaglio e dei suoi congiunti. Finalmente la procura ha chiesto il processo che si è concluso con la misura di sicurezza.
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