Spariti tutti i documenti dell’archivio giudiziario

Portogruaro. Non si trovano più gli atti dell’ex Pretura e dell’ex Tribunale dal 1870. La rivelazione alla lezione di apertura dell’Università della Terza età
DE POLO - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - APERTURA ANN ACCADEMICO UNIVERSIT' DELLA TERZA ETA'
DE POLO - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - APERTURA ANN ACCADEMICO UNIVERSIT' DELLA TERZA ETA'

PORTOGRUARO. Sparito l'archivio giudiziario di Portogruaro che pone in rassegna i documenti relativi ai reati consumati nella città del Lemene, già sede della Pretura, dal 1870 in poi. La denuncia è stata fatta lunedì pomeriggio al Collegio Marconi, dall'ex pretore e presidente del Tribunale di Pordenone, il portogruarese Antonio Lazzaro, durante la lectio magistralis di apertura dell'anno accademico dell'Università della Terza età del Portogruarese (Ute), il cui presidente è l'ex consigliere regionale Alessio Alessandrini.

La lezione era incentrata sui reati commessi in città in tempo di Grande Guerra, dal 1915 al 1918. Per illustrare i dati era stata compiuta una ricerca proprio su quell'archivio, che adesso non si trova più e che aveva sede in palazzo Altan Venanzio, ora sede del centro culturale.

Fino al 2013 palazzo Altan Venanzio è stata sede della sezione distaccata del Tribunale di Venezia, che aveva competenza su tutto il mandamento, prima che la riforma Severino trasferisse l’attività giudiziaria al Tribunale di Pordenone.

«I fascicoli giudiziari del tribunale di Portogruaro erano conservati a palazzo Altan fino a quando non sono stati soppressi gli uffici giudiziari di Portogruaro per essere trasferiti a Pordenone, ma oggi non risultano più né a Portogruaro né a Pordenone», rileva il presidente dell'Ute, Alessio Alessandrini. Il dottor Franco Rossi, che ha illustrato la lezione, ha confermato che non sono giunti neppure all’Archivio di Stato di Venezia.

Portogruaro ha già una spiacevole esperienza di sottrazione di archivi: quelli diocesani, finiti a Pordenone nonostante contenessero anche la documentazione dell’amministrazione civile di Portogruaro.

Ora questo nuovo problema se non sarà risolto rischia di impoverire ancora di più il patrimonio di storia e di memoria presente nella nostra città. Non è escluso che a breve venga avviata un'inchiesta per furto contro ignoti.

Intanto va ricordato che altri documenti, che costituiscono l'archivio diocesano, sono stati conservati e dovrebbero trovarsi in Curia.

Nel corso del dibattito è stato ricordato che il 40% dei processi riguardavano dal 1915 al 1918 i furti commessi nel periodo della Grande Guerra in città. Si trattava di reati dovuti alla diffusa miseria in cui viveva la gente: in campagna si rubavano infatti pali per le vigne, animali da cortile e legname in genere. In centro (e qui non sembra essere cambiato nulla dopo 100 anni) si rubavano in particolare le biciclette.

Allora i cittadini erano soggetti sia alla giustizia civile che a quella militare.

Rosario Padovano

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia