Spacciano a minorenni, nove arresti

Mamma fa catturare la banda. L'eroina venduta a 100 baby clienti
Da sinistra a destra il colonnello Occhioni, il colonnello Cataldo, il capitano Blasutig e il luogotenente Boso
Da sinistra a destra il colonnello Occhioni, il colonnello Cataldo, il capitano Blasutig e il luogotenente Boso
 
SAN DONÀ.
Cento clienti, quasi tutti minorenni. Molti in cura al Sert, davanti al quale gli spacciatori vendevano l'eroina.  Una catena di spaccio che durava dall'estate del 2009 e che i carabinieri della compagnia di San Donà hanno interrotto, ottenendo dal gip tredici ordinanze di custodia cautelari per spaccio, nove delle quali eseguite ieri all'alba. In sette sono finiti dietro le sbarre, due hanno l'obbligo di dimora, mentre quattro stranieri sono ricercati.  Tutto questo grazie ad una mamma che si è accorta che la figlia, minorenne, nonostante andasse al Sert continuava a fare uso di eroina. La donna ha preso l'iPhone della ragazza e l'ha consegnato al carabiniere di quartiere che, copiati i numeri di chi chiamava e i messaggini inviati e ricevuti, ha consentito l'avvio delle indagini del Nucleo Operativo della compagnia. Giorno dopo giorno, dal marzo dello scorso anno, i militari hanno messo assieme le caselle del gruppo multietnico composto da italiani, tunisini e dell'Est Europa.  Grazie alle indagini i militari hanno individuato due gruppi di spacciatori: uno che a San Donà faceva capo all'ucraino Roman Lytvyn, 29 anni, regolare in Italia, mentre il secondo gruppo era capeggiato dall'algerino Abderaouf Labidi, 32 anni, senza fissa dimora. Quest'ultimo capeggiava tra Marghera e Mestre un gruppo di tunisini dai quali tutti si rifornivano di eroina.  Quando la «mamma coraggio» consegna l'iPhone della figlia al carabiniere di quartiere, gli investigatori riescono a risalire a Roman Lytvyn che spacciava assieme agli altri del suo gruppo nei pressi del Sert di San Donà. L'ucraino è stato arrestato l'11 settembre scorso con 17 grammi di eroina. Successivamente scarcerato, ieri è stato nuovamente colpito dall'ordinanza di custodia cautelare.  Le indagini sono continuate nei mesi successivi fino a quando non sono stati identificati tutti i componenti dei due gruppi, alcuni dei quali operavano anche «in proprio» senza appoggiarsi ai due gruppi. Gli stessi clienti del gruppo di San Donà si spostavano a Mestre per gli acquisti. Quindi ottenute le ordinanze di custodia cautelare ieri l'esecuzione dei provvedimenti. Sono finiti in manette Rahal Akermi, alias «Ramzi», 29 anni, tunisino; Franco Montagner, alias «Franco», 47 anni, residente a San Donà di Piave; Mattia Maguolo, (25), residente a Marghera; Abderaouf Labidi alias «karimù» «brutù» «povre», 32 anni, algerino; Karim Kriffi, alias «Karim», (24), tunisino; Filippo Rasi, (24), residente a Torre di Mosto; Roman Lytvyn, alias «Roman», (29), ucraino. Altri quattro stranieri, non sono stati ancora rintracciati. Sono scappati in paesi del centro Europa. Due minorenni tunisini, a loro volta, spacciavano per conto del gruppo di Mestre. La loro posizione è ora al vaglio della Procura del Tribunale per i Minorenni. Si tratta di ragazzini che vivono nei casolari abbandonati della città o in un centro di assistenza per senza dimora. Vivono grazie all'attività di spaccio. Infine i carabinieri hanno denunciato, sempre per spaccio, a piede libero due tunisini e un italiano.  Ieri durante le perquisizioni nelle abitazioni degli arrestati sono stati trovati altri venticinque grammi di eroina, oltre a materiali per il confezionamento delle dosi di eroina.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia