«Sotto terra ancora 10 mila soldati»

Musile. I vari ritrovamenti di ossa aprono il dibattito su ricerche e tutela
Ossa ritrovate lungo il Piave
Ossa ritrovate lungo il Piave
 MUSILE.
Oltre 10 mila militari sepolti sotto terra sulle rive del Piave e nei luoghi della Grande Guerra. Il nuovo ritrovamento di ossa, dissepolte questa volta a Fossalta, dove sono in corso i lavori per la terza corsia, ha riaperto il dibattito su un tema aperto aperto da tempo.
 E' quello della valorizzazione del territorio dal punto di vista della sua storia coinvolgendo anche l'Austria. Non solo. Adesso si apre un problema ulteriore perché potrebbero essere sequestrati nuovi siti per le ricerche e le debite analisi disposte dalla Procura che a Musile hanno coinvolto il noto medico legale Andrea Galassi, assistito dai volontari dell'associazione il Piave 15-18 di Alfredo Tormen.  «Nella battaglia del Solstizio, il 15 giugno 1918,- ricorda Tormen - alle 6 del mattino gli austriaci passarono il Piave in vari punti, anche nei pressi di Fossalta, che cade in mano nemica dopo una sanguinosa lotta. Da lì gli austriaci si diressero verso Venezia, ma dopo 4 giorni di lotta avevano raggiunto a mala pena la periferia di Meolo, da dove gli italiani sferrarono un poderoso contrattacco, che in breve li ricacciò al di là del Piave. Era il 23 giugno, solo 8 giorni dopo l'inizio della battaglia. Il nemico passò nuovamente e malconcio il fiume, mettendo fine al sogno di conquistare Venezia». «In 8 giorni di battaglia nel medio e basso Piave - aggiunge - la terza armata italiana aveva perso 2600 morti e 26000 dispersi, mentre la terza armata austriaca, 4200 morti e 9400 dispersi. Considerando che con dispersi s'intende, nelle percentuali statistiche, il 70% di prigionieri mentre il restante 30, morti dispersi nei campi di battaglia, se a queste stime si aggiunge che almeno il 20% dei morti accertati sono andati dispersi in quanto sepolti in fosse comuni rimaste ignote, si evince che in un tratto di 20 km lungo il Piave, giacciono ancora insepolti almeno 10000 soldati. Questi si trovano, in fosse comuni, sul fondo di trincee crollate, all'interno delle profonde gallerie sotto agli argini, nei campi di battaglia. Purtroppo però, quasi sempre sono a profondità superiore di quelle utilizzate per i lavori. I motivi di questi ultimi ritrovamenti quindi, vanno ricercati nel movimento di terra in profondità, come succede quando crollano le sponde del Piave, si eseguono lavori per costruire canali, strade e così via».  Da Jesolo anche il dottor Luigi Berbenni, esperto dei fatti della Grande Guerra, sta archiviando materiale su questi ultimi ritrovamenti che potrebbero far riscrivere alcune pagine importanti della storia.  

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