Sos a Ca’ Rezzonico per la tappezzeria della Sala dell’alcova

Il direttore del museo ha chiesto aiuto a Save Venice  La preziosa carta decorata del ’700 si sta deteriorando

VENEZIA. Sos per Ca’ Rezzonico. A lanciarlo in direzione di Save Venice - il Comitato privato statunitense di salvaguardia di Venezia - è stato il direttore del Museo del Settecento Alberto Craievich, chiedendo un contributo per un intervento urgente di restauro. E la “malata” grave è la preziosa tappezzeria settecentesca che ricopre la cosiddetta Sala dell’Alcova all’interno del museo, che ricostruisce appunta una camera da letto d’epoca. Si tratta di un prezioso esempio di decorazione di interni di epoca Rococò che soffre ormai una situazione avanzata di lacerazioni della superficie e di perdita di colore. Una situazione che richiede un intervento di restauro con la massima urgenza per non perderla irrimediabilmente.

A Ca’ Rezzonico è stata appunto ricostruita in questa stanza una camera da letto settecentesca con gli spogliatoi, la stanza guardaroba e il boudoir. L’alcova, databile alla seconda metà del ‘700, proviene da palazzo Carminati a San Stae. Entro una struttura di legno intagliato, colorato in bianco avorio, è racchiuso il letto, la cui testiera di legno dipinta a tempera presenta al centro una Sacra famiglia con Sant’Anna e San Giovannino. Sopra il letto è collocata una Madonna a pastello di Rosalba Carriera. Fuori dell’alcova l’arredo è costituito da un bureau trumeau in radica di noce a intarsi di gusto lombardo e da una culla in lacca verde con fiori policromi. Le pareti sono rivestite dalla preziosa tappezzeria settecentesca - prodotta dal famoso, all’epoca, laboratorio Remondini di Bassano del Grappa - composta da carta decorata con piccoli paesaggi a stampa ripassati a pennello. Sulla destra del letto, entro una vetrina è esposto un servizio da toletta già di proprietà della famiglia Pisani Moretta. Il servizio fu eseguito nel 1752 per Cattaruzza Grimani in occasione del suo matrimonio con Pietro Vettor Pisani e gli stemmi delle due famiglie compaiono sul coperchio del baule. Composto di 58 pezzi d’argento dorato e onice verde, è opera di un argentiere di Augsburg. Tutto il necessaire per la dama è contenuto qui: dal grande specchio da tavolo al lavabo a forma di conchiglia lavorata a sbalzo, dal portagioie al soffietto per la cipria, dai candelieri alle boccette per le essenze e i profumi, fino agli strumenti per scrivere e le posate. Dalla porta di sinistra rispetto all’alcova si accede al boudoir proveniente da palazzo Calbo Crotta. Le pareti presentano ancora gli originali stucchi settecenteschi mentre le pitture sono opera di Costantino Cedini. Ma se tutto l’arredo complessivo dell’alcova è in buone condizioni di conservazione, a rischiare è appunto la tappezzeria con la necessità di riparare subito i guasti dell’ordito con un delicato intervento di restauro, prima che sia troppo tardi, prevenendo anche possibile infestazioni da parte di insetti. Si tratterà di rimuovere e pulire i frammenti di tappezzeria e poi ricollocarli applicando un bordo protettivo agli angoli. Save Venice si è giù mobilitata alla ricerca di finanziatori.

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