Soldi rubati dall’impiegata infedele colpo di grazia alla sua azienda

Quell’ammanco di un milione e mezzo di cui la responsabile amministrativa della Demont srl, con sede legale al civico 180 di via Torino a Mestre, si sarebbe appropriata, ha aggravato lo stato di crisi finanziaria dell’azienda che si occupa di demolizioni e bonifiche ambientali. Tanto che, proprio la settimana scorsa, il Tribunale civile presieduto dal giudice Roberto Simone ha dato il via libera alla procedura di concordato preventivo della ditta mestrina, che avrebbe un passivo sostanzioso, più di 25 milioni di euro. A chiedere l’applicazione della procedura concorsuale per evitare il fallimento sarebbero stati gli stessi amministratori della Demont, che fa capo alla nota famiglia veneziana dei Girotto. La 59enne M.T., l’impiegata segnalata al pubblico ministero Lucia D’Alessandro dagli investigatori del Nucleo di polizia tributaria per appropriazione indebita, lavora in via Torino da una trentina d’anni, anche se a capo della rete amministrativa è stata piazzata soltanto nel 2010.
A scoprire quello che aveva combinato sono stati i finanzieri del Nucleo durante una verifica fiscale di routine. Hanno scoperto gli ammanchi dai conti correnti e la documentazione carente e addirittura falsificata malamente. Così hanno avvertito gli amministratori, che si sono affidati a due noti professionisti, per salvare la situazione: sono il commercialista veneziano Alessandro Danesin e quello mestrino Luca Corrò. Sono i due che hanno firmato la richiesta di concordato preventivo per conto dei Girotto, i quali inizialmente non avevano voluto presentare denuncia nei confronti dell’impiegata infedele. Stando alle accuse in appena tre anni era riuscita a sottrarre un milione e mezzo di euro e lo scorso anno - scoperto l’ammanco - le è stato proposto di andarsene rinunciando al trattamento di fine rapporto e così è andata. Alla fine, però, l’indagine della Procura, sulla base della segnalazione della Guardia di finanza è stata avviata ugualmente.
Il Tribunale civile, nel frattempo, ha nominato il commissario giudiziale, si tratta del commercialista di San Donà di Piave Renzo Bortolussi, che dovrà seguire la procedura di concordato e alla fine, oltre che fornire il suo parere sulla possibilità o meno di evitare il fallimento, sondare anche tutti i creditori. Il piano firmato dai commercialisti Danesin e Corrò prevede la liquidazione di una serie di beni della Demont, che possiede soprattutto partecipazioni in numerose società, ma anche immobili. Il tentativo è quello di far proseguire la sua attività in modo di garantire anche il posto di lavoro per la maggior parte dei dipendenti.
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