Smaltimento ceneri pirite Molti i no all’impianto
di Giovanni Monforte
SAN DONA’
Dovrebbe arrivare in settimana il primo parere sul contestato progetto che prevede la realizzazione di un grande impianto per lo smaltimento delle ceneri di pirite in un’area a cavallo tra i Comuni di San Donà e Noventa.
Ad esprimersi sarà la Provincia, con la quinta commissione ambiente presieduta da Diego Vianello. Poi il giudizio dei commissari andrà in Consiglio provinciale per il parere definitivo di Ca’ Corner. In realtà la Provincia non si esprimerà nel merito del progetto che riguarda San Donà, ma è chiamata solo a pronunciarsi sulla necessità che sul territorio provinciale sia attivato un impianto per lo smaltimento di questi rifiuti speciali. Poi toccherà alla Regione esprimersi nel merito dell’ipotesi sandonatese. Proprio per questo il parere provinciale dovrebbe orientarsi verso il sì, tanto più che la necessità di un impianto di trattamento delle ceneri di pirite è suffragata anche da un parere dell’Arpav. Eppure tra i componenti della commissione non mancano i dubbi, tanto che sul tema si sono tenute già due riunioni. L’ ultima, qualche giorno fa, ha visto anche la presenza dell’ assessore all’ambiente, Paolo Dalla Vecchia. Almeno tre i dubbi emersi nel corso del dibattito. Innanzitutto, in Provincia esistono cumuli di ceneri di pirite da smaltire a Marghera, Marcon e Mira. Ma si tratta di siti di stoccaggio, non più di produzione, cessata ormai da tempo. Nelle ipotesi si dice che l’impianto tratterà in via prioritaria i rifiuti della provincia di Venezia, ma non sarà solo così visto che attualmente la produzione di questi rifiuti è concentrata nella zona di Padova e Rovigo.
Senza contare che le ceneri di pirite sono usate come materia secondaria nei cementifici, stabilimenti per lo più fuori provincia. Ma il vero problema è che la Regione non si è mai dotata di un piano per lo smaltimento di questi rifiuti. «Com’è oggi l’iter procedurale di autorizzazione fa acqua da tutte le parti - commenta il consigliere Lionello Pellizzer del partito Democratico - Il problema è che c’è una carenza normativa e mi sembra che questo sia stato condiviso da tutti. E’ necessaria una pianificazione da parte della Regione, una normativa chiara e definita che fissi dei criteri oggettivi per lo smaltimento di questi rifiuti e che si applichi ogni qualvolta ci troviamo di fronte a problemi di questo tipo. Altrimenti il rischio è di trovarci, di volta in volta, di fronte a soluzioni e comportamenti contraddittori».
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