Sindacato Inquilini: «Gli sfratti devono essere subito bloccati»

«Ormai siamo sopra ogni limite di sopportazione. Non è accettabile che in una città, un’Italia giustamente blindata per l’emergenza coronavirus si ordini alle persone di stare chiuse in casa e poi - allo stesso tempo - non ci si preoccupi minimamente di sfrattare di casa anziani, disabili, persone comunque in difficoltà, lasciandole per strada. Non è più tollerabile: gli sfratti vanno bloccati per tutto il periodo dell’emergenza».
Matelda Simona Bottoni, segretaria provinciale del Sindacato unione inquilini, è arrabbiata e preoccupata: «In programma, dalla prossima settimana, ci sono 6 sloggi con la forza pubblica», racconta, «in un caso si tratta di una signora di 80 anni sola al mondo, sfrattata da un ente statale. L’altra settimana è stata la volta di un signore 64enne con 38° di febbre che mi ha detto che non era andato dal medico per paura che gli cambiassero la serratura mentre era fuori: ma si può lasciare le persone vivere un simile livello di stress? Il 24 febbraio l’avvocato del sindacato ha mandato una mail in posta certificata alla Prefettura per chiedere un intervento emergenziale e negare l’utilizzo della forza pubblica, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. La Prefettura di Milano, invece, ad una uguale richiesta è subito intervenuta in tal senso».
Bottoni ha bussato a tutte le porte per chiedere un intervento. Il Comune di Venezia fa sapere, in via ufficiosa, di essere in attesa di misure da parte del governo. Un intervento parziale l’ha fatto la presidente della Corte d’Appello di Venezia, Ines Maria Luisa Marini, che nel quadro dei provvedimenti anti-Covid-19 che impongono di limitare al massimo l’operatività degli uffici alle sole emergenze, ha disposto che in caso di sfratti «su valutazione esclusiva del Funzionario Unep-Ufficiale giudiziario, questi provvederà, in funzione del rispetto delle disposizioni normative in materia di emergenza sanitaria (evitare spostamenti, assembramenti, riunioni di persone ....), a disporre rinvii d’ufficio, a data da destinarsi con inoltro di copia del verbale di rinvio a mezzo posta».
Una decisione che non basta agli Inquilini: «Possibile che persone che già vivono in condizione di grave disagio, debbano restare con l’ansia fino al giorno dello sfratto per sapere se arriverà o no la forza pubblica a portarli fuori casa? In questa situazione, la decisione non può dipendere da un singolo funzionario. Sono sconcertata: bisogna che le istituzioni sospendano gli sfratti con la forza pubblica fino a quando durerà l’emergenza».
A Venezia gli sfratti sono spesso legati alla vendita dell’abitazione da parte di un ente pubblico o perché ereditata, a Mestre per morosità. Tutto è complicato: «Mi è capitato il caso di un padre con un figlio minore, al quale è stata riconosciuta una casa comunale, ma non era pronta: serviva solo un mese. Non l’hanno concesso: ho trovato in extremis una stanza a Marghera. Sono entrati in casa ancora senza luce. Ma si può?». —
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