Simulano decapitazione Isis, cinque studenti sospesi

PIOVE DI SACCO. Inscenano una decapitazione in stile Is a scuola e immortalano l’agghiacciante ricostruzione con il telefonino, tanto che la foto fa il giro della scuola media fino ad arrivare alla dirigente scolastica. I cinque ragazzini protagonisti dello scatto sono stati sospesi per tre giorni. E per loro, in accordo con le famiglie, è stato avviato un procedimento disciplinare che prevede anche un percorso con gli psicologi. I cinque alunni, tutti di buona famiglia e con buoni profitti scolastici, non si sarebbero resi conto della gravità di quanto hanno inscenato.
Quando sono stati convocati dalla dirigente scolastica, infatti, hanno cercato di giustificarsi dicendo che per loro si trattava solo di uno scherzo. E, ovviamente, non si sono resi conto, fin tanto che la foto ha iniziato a girare e a finire anche nelle mani “sbagliate”, di quanto sia stata sciocca l’idea di lasciare prove della loro discutibile bravata. Lo scatto, che i ragazzini avevano postato su Instagram e che è girato anche in WhatsApp, risale a meno di un mese fa. In pochi giorni è stato visto da quasi tutti i compagni di scuola, e tramite loro è arrivato pure alle famiglie. Nella foto si vede un ragazzino inginocchiato, a volto scoperto, e dietro di lui altri due adolescenti travisati con cappucci e sciarpe. Uno di questi tiene un coltello, che sembra del tutto vero, sulla gola del compagno. Un quarto ragazzino assiste alla scena e il quinto, di cui si intravede il volto in primo piano, sembrerebbe l’autore dello scatto, in stile selfie. Pare che la foto sia stata scattata negli spogliatoi della palestra.
«Si tratta di un episodio inquietante» ammette la stessa dirigente scolastica Franca Milani, «siamo intervenuti appena la cosa ci è stata nota, e con estrema decisione. Il procedimento disciplinare avviato nei confronti dei cinque ragazzi, che prevede la sospensione per tre giorni da scuola, è stato concordato con le loro famiglie e prevede anche un percorso con gli psicologi. Quello che abbiamo capito subito interrogando sull’episodio gli alunni» prosegue Milani, «è che per loro si è trattato di un gioco, di una ragazzata, ma è evidente che un contenuto così forte non può essere sottovalutato. Non si sono resi conto della gravità di quanto avevano fatto, con in più l’aggravante di filmarsi sottovalutando tutte le conseguenze».
Fra i genitori dei cinque ragazzi, nessuno ha minimizzato: «Da parte delle famiglie c’è stata piena collaborazione e piena consapevolezza della necessità di avviare i ragazzi a un percorso di sensibilizzazione e comprensione. Sottoposti quasi quotidianamente a immagini cruente in televisione e sui social» fa notare la dirigente, «è anche possibile che per loro scherzare su temi così delicati sia un modo per esorcizzare la paura, ma non per questo si può accettare e giustificare». Il regolamento della scuola non vieta agli alunni di portare il telefono cellulare in classe, ma impone di tenerlo spento: per essere utilizzato deve essere chiesto il permesso. Ma è evidente che si tratta di una regola facilmente aggirabile e ampiamente aggirata. E, del resto, anche un eventuale divieto di portare il telefono, non andrebbe incontro a un destino diverso.
«Ritengo che si tratti di uno strumento con cui i ragazzi devono imparare a convivere» spiega Milani, «e a usarlo in modo coscienzioso. E ora è quanto mai utile che comprendano quali sono le conseguenze cui si va incontro quando si violano le regole e si abdica alla propria responsabilità».
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