Silvia, campionessa di “Just Dance” «Quel videogioco mi ha cambiato la vita»

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Ad un passo dal mondiale. Silvia Borella, con il suo nickname “MoonAngel90” della Vfl Padova, diciottenne di Camponogara, è da cinque ai massimi livelli nelle competizioni del videogioco Just Dance e ora punta ai mondiali in Brasile.
«Avevo cominciato a giocare con “Mario Kart” e in occasione di una tappa off line a Conegliano vidi la coppa che veniva assegnata ai vincitori di Just Dance, una bella stella. Me ne innamorai così tanto che decisi di provare».
Tra lei e la gara con il ballerino virtuale di cui bisogna riproporre più fedelmente possibile i passi, fu amore a prima vista. «Da quando ho cominciato ho già conquistato oltre 30 coppe e 30 medaglie e sono stata campionessa italiana 2016 e 2017, ottenendo anche la qualificazione ai mondiali in Francia. Quest’anno il mio obiettivo è la Just Dance World Cup che si terrà in Brasile nel marzo 2019. Per accedervi bisogna vincere la sfida nazionale che ho già conquistato on line classificandomi al primo posto e adesso aspetto che decidano la sede della prova per sfidare gli altri sette concorrenti».
Infatti gli otto finalisti provengono quattro dalle selezioni on line (collegandosi ad un orario prestabilito ed eseguendo nel miglior modo possibile le coreografie proposte) e altri quattro da appuntamenti in giro per l’Italia off line, con sfide dal vivo su sei coreografie, quattro semplici e due versioni alternative più complicate.
Una passione per Silvia da condividere con il lavoro di analista chimica alla San Benedetto, ma anche attività aerobica che ha cambiato totalmente il suo aspetto. «Quando ho cominciato pesavo 87 kg, adesso sono arrivata a 60… e, tranne un paio di esperienze con l’hip-hop, il mio percorso è tutto da autodidatta. Non ho mai praticato danza tradizionale, mentre alcuni miei avversari magari vengono da quel mondo. E quando il gioco ti chiede di ripetere le precise coreografie su alcune basi musicali, le lezioni in sala possono tornarti utili. Io invece per gli impegni lavorativi mi alleno solo un’ora alla settimana, che diventano quattro al giorno quando ogni ottobre esce la nuova versione del gioco, perché vengono proposte nuove coreografie e bisogna ripeterle sino a che non si memorizzano. Poi vicino alle competizioni aumento l’intensità degli allenamenti. Ci si può esibire con più supporti per videogiochi, ognuno propone la sua versione. Io li possiedo tutti, perché per le qualificazioni uso la Xbox, mentre per le finali la kinetick box».
Insomma un’attività che può anche fare bene al fisico. Anche se all’inizio era ostacolata dalla famiglia. «Quando i miei, con cui ancora convivo, mi vedevano per ore e ore bloccata davanti allo schermo, non capivano la mia passione. Ma dopo aver visto i numerosi trofei che adesso abbelliscono la mia camera e i risultati fisici, sono diventati i miei più grandi tifosi». —
Alessandro Torre
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