«Sicurezza precaria in via Giustizia»

MESTRE. «Sicurezza precaria in via Giustizia». Dopo i titolari delle attività commerciali in zona, lo denunciano ora vigili del fuoco e Suem. Nel faccia a faccia di ieri, convocato dal Comune su...
agenzia: Candussi. Giornalista: Chiarin. Descrizione: Carrozzeria Moderna, via della Giustizia, Mestre.
agenzia: Candussi. Giornalista: Chiarin. Descrizione: Carrozzeria Moderna, via della Giustizia, Mestre.

MESTRE. «Sicurezza precaria in via Giustizia». Dopo i titolari delle attività commerciali in zona, lo denunciano ora vigili del fuoco e Suem. Nel faccia a faccia di ieri, convocato dal Comune su sollecito degli imprenditori “prigionieri” del passaggio a livello, tutti i nodi sono venuti al pettine. Riscontrato l’effettivo superamento del protocollo sottoscritto con le Ferrovie all’epoca della chiusura di via Giustizia: oggi i tempi di chiusura del passaggio a livello che collega la strada con via Miranese, previsti dall’accordo, non sono rispettati.

Si rimane fermi, con le barriere abbassate, anche 20-30 minuti e il timore che in caso di emergenza questo possa rappresentare un problema è reale. I vigili del fuoco hanno chiesto almeno la presenza, in via Giustizia, di là dei binari, di un idrante per poter rifornire d’acqua le autopompe eventualmente fatte convergere sul posto in caso di incendio.

Anche il Suem-118 ha chiesto di migliorare la possibilità di raggiungere la strada chiusa, prevedendo una piattaforma o almeno uno slargo per l’atterraggio dell’elisoccorso in caso di urgenza medica. Per chi si occupa di soccorso dunque il passaggio a livello è un problema e la discussione è ruotata attorno alle possibilità di prevedere presidi di sicurezza in zona o vie alternative per bypassare l’eventuale blocco dei mezzi di soccorso a causa dell’abbassamento prolungato delle barriere ferroviarie.

Per le attività di via Giustizia tuttavia, l’unica soluzione rimane l’apertura, almeno a seno unico, a est, il lato chiuso all’epoca dei lavori. «Qui operano 13 attività artigianali e commerciali, con circa 150 dipendenti», afferma Paolo Favaretto, dell’autocarrozzeria Moderna, «stiamo parlando di una zona produttiva e quindi potenzialmente a rischio: ci sono officine, operai, palestre, clienti che vanno e vengono. Che tipo di tutela abbiamo in caso di incidente sul lavoro, incendio o malore di qualcuno? Un senso unico garantirebbe un agevole e rapido accesso ai mezzi di emergenza».

Filippo De Gaspari

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