Si toglie la vita a 17 anni, la sofferenza di David era nata a scuola

Alcuni amici del ragazzo hanno raccontato soltanto ieri che lo studente veniva sbeffeggiato perché adottato in tenerissima età
Bumbaca Gorizia 07.05.2013 Serracchiani in Provincia - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 07.05.2013 Serracchiani in Provincia - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

MONTAGNANA. Il giorno dopo è il momento dei perché, della ricerca della verità, dei rimorsi. La morte di David Peruffo, studente di 17 anni, ha sconvolto un’intera città, centinaia di amici. Il dolore per la tragedia, tuttavia, ieri si è amplificato quando sull’episodio si è allungata l’ombra del bullismo. La sensibilità e la fragilità del ragazzo, gli stessi tratti del suo carattere che lo hanno spinto a togliersi la vita, potrebbero essere state fortemente minate da alcuni episodi avvenuti all’interno dell’ambiente scolastico veneziano che David frequentava.

La tragedia. Domenica pomeriggio David Peruffo ha deciso di togliersi la vita legandosi un filo elettrico al collo e lasciandosi andare dal soppalco del salotto della sua abitazione, in via Matteotti 65 nel centro storico di Montagnana. Il ragazzo, studente dell’Its nautico “Cini-Venier” di Venezia, aveva appena salutato i familiari riuniti al pranzo domenicale, a casa della nonna. Alle 15 ha inforcato la bicicletta e ha raggiunto l’abitazione per prepararsi le valigie per la settimana veneziana. Alle 17 la madre è tornata a casa e lo ha trovato privo di vita. Una sola spiegazione vicino al corpo, un bigliettino con su scritto: «Sono un peso». Attorno a questa frase ci s’interroga per comprendere la ragione del gesto, assolutamente inatteso in città. David Peruffo, 17 anni compiuti lo scorso febbraio, era figlio di Edelberto e Paola, stimati titolari del Bar Corona di piazza Vittorio Emanuele II di Montagnana, uno dei locali storici del centro cittadino. Una zia, sorella di Paola, è Loredana Borghesan, sindaco di Montagnana. Appassionato di nautica e di pallacanestro, da tre anni il diciassettenne trascorreva il periodo scolastico a Venezia. Era ospite del convitto annesso all’istituto, nel quale risiedeva dalla domenica sera al venerdì pomeriggio.

L’ipotesi bullismo. «David era quotidianamente sbeffeggiato da alcuni compagni di scuola e di convitto: lo prendevano in giro ricordandogli di essere stato adottato». È la rivelazione choc di alcuni amici del ragazzo. Qualcuno ha usato Facebook per denunciare la questione, altri invece l’hanno fatto direttamente, rivolgendosi alla direzione della scuola. David Peruffo era effettivamente stato adottato nei primi mesi di vita da mamma Paola Borghesan e papà Edelberto: una condizione, questa, ben nota, che né il giovane né la famiglia avevano mai nascosto. L’amore dei genitori era stato assoluto: la circostanza, non aveva in alcun modo pesato sulla vita del diciassettenne. Anzi, l’amore di Paola ed Edelberto, la dedizione per il figlio e il rispetto che David nutriva verso di loro erano d’esempio per tante famiglie e tanti coetanei. Continuano gli amici: «David soffriva per gli scherni e gli attacchi di alcuni suoi compagni, che certe volte erano veramente pesanti. Succedeva che gli capitassero anche in camera, la sera, attaccandolo con la storia dell’adozione. David non riusciva a reagire, e quando magari lo faceva con dell’ira, gli attribuivano la colpa di aver scatenato una rissa. Non ha mai subito violenze fisiche, ma quelle psicologiche erano veramente forti». Solo ieri qualcuno, vinto dalla rabbia, ha voluto denunciare questi episodi raccontando tutto alla vice preside del “Cini- Venier”. Pare che lo stesso diciassettenne avesse chiesto di recente un colloquio per segnalare lo scherno di cui era vittima, ma la direzione della scuola smentisce la circostanza. Chiudono amaramente gli amici fedeli di David: «Ci sentivamo di rendere giustizia. È giusto che qualcuno paghi per quello che David ha passato, anche se ci sentiamo tremendamente in colpa perché avremmo dovuto farlo prima».

A Montagnana. La famiglia non ha voluto commentare la denuncia dei compagni del convitto, ha solo precisato che il ragazzo non ha mai parlato in casa di angherie subite a scuola. «Niente ci farà ritornare in vita David, non serve a niente spendere parole», è l’unica affermazione che arriva dall’ambiente familiare. Intanto questa mattina dovrebbe essere decisa la data dell’ultimo saluto a David, che sarà celebrato in Duomo a Montagnana probabilmente entro fine settimana.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia