Settimana corta, genitori in rivolta ma la Provincia va avanti lo stesso

Grandolfo : «La scelta è fatta, se c’è ci sono istituti che vogliono fare il sabato a scuola noi garantiamo solo il riscaldamento, non i bus». L’assemblea: «I cinque giorni sono incompatibili con il programma»
Di Francesco Furlan

«Se c’è qualche istituto che vuole continuare con le lezioni al sabato noi possiamo garantire il riscaldamento, ma non il trasporto pubblico. I dirigenti lo devono sapere, e devono assumersi la responsabilità di questa scelta, comunicandola ai docenti, agli studenti e ai loro genitori». Non c’è molto altro da aggiungere per l’assessore provinciale alla Viabilità, Grandolfo, che nella riunione della giunta provinciale di oggi porterà la nota delibera sulla settimana corta nelle scuole superiori di Mestre, San Donà e Portogruaro. Il prossimo anno le lezioni saranno articolate su cinque giorni (dal lunedì al venerdì) e non più su sei. Una decisione presa dalla Provincia dopo aver consultato i dirigenti scolastici - alcuni dei quali spiegano però di non aver mai dato il loro ok - con il principale obiettivo di risparmiare sul trasporto pubblico locale.

«Qualche eccezione, nell’autonomia degli istituti scolastici, potrà anche essere fatta, ma a patto che i dirigenti abbiano ben presente che poi a settembre le famiglie non possono venire a protestare perché di sabato mancato i trasporti pubblici».

Ed è chiaro che, mentre a Mestre gli studenti potrebbero in qualche modo arrangiarsi con i servizi ordinari di Actv, nel Veneto orientale, dove gran parte delle corse sono oggi modellate sulle esigenze degli studenti, sarà tutto molto più difficile. E non a caso i genitori dei liceo XXV Aprile di Portogruaro - la Provincia in un primo momento aveva comunicato, sbagliando, che la scuola non partecipava alla sperimentazione della settimana corta - e del liceo Galilei di San Donà hanno fatto sentire la loro voce. Ieri invece si sono riuniti in assemblea i genitori del liceo Bruno - Franchetti di Mestre che hanno ribadito la loro contrarietà alla settimana corta. L’aula magna era stracolma.

«Avevamo invitato la presidente della Provincia e gli assessori competenti ma non sono venuti», spiega Elisabetta Giuri, presidente del Consiglio d’istituto, «e così l’assemblea è stata per ribadire la contrarietà dei genitori dopo la decisione che già era stata presa lo scorso 28 maggio. L’attuale programmazione scolastica dei licei, comprese le attività aggiuntive dei pof, i piani di offerta formativi, è incompatibile con una scuola su cinque giorni, quindi noi andiamo avanti per la nostra strada, anche perché di atti ufficiali da parte della Provincia ancora non ne abbiamo visti». È probabile quindi a questo punto che il liceo Bruno-Franchetti possa continuare con l’a settimana su sei giorni, con la consapevolezza che il sabato non ci saranno autobus riservati, come ha spiegato ai genitori il preside Roberto Gaudio. Con la settimana corta, secondo i dati forniti dalla Provincia, i risparmi stimati sarebbero di 332 mila euro, in particolare per la zona del Veneto orientale, dove si stimano 100 mila chilometri all'anno in meno, pari a 140 mila euro risparmiati; per la zona di Mestre dal servizio extraurbano circa 15 mila chilometri in meno, con un risparmio di circa 25 mila euro; per il servizio urbano circa 31 mila chilometri in meno con un risparmio di 97 mila euro.

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