Settimana corta a scuola, scoppia la protesta

L’esperimento annunciato dalla Provincia cozza con la contrarietà di presidi, di studenti e della Cgil
CAIAFFA MESTRE 10/09/2007 Liceo G. Bruno primo giorno di scuola..© Bertolin M.
CAIAFFA MESTRE 10/09/2007 Liceo G. Bruno primo giorno di scuola..© Bertolin M.

L’esperimento, annunciato dalla presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e dall’assessore provinciale ai trasporti Giacomo Grandolfo del via, dal prossimo anno scolastico, all’orario su cinque giorni nelle scuole del polo di Mestre, San Donà e Portogruaro (eccetto il liceo XXV Aprile) cozza con il dissenso di organizzazioni sindacali, dirigenti scolastici, professori e studenti a Mestre.

Aria di totale contrarietà tira al Bruno-Franchetti, licei mestrini che ospitano 1.500 studenti. «Avevamo consultato le famiglie con un questionario: il 75 per cento ci aveva chiesto di mantenere l’orario su sei giorni», dice il preside Roberto Gaudio. «E infatti alla riunione in provincia con gli altri dirigenti scolastici ho portato questa contrarietà delle famiglie confermata ora dagli studenti. Abbiamo la necessità di garantire una didattica che ha ampliato l’offerta formativa potenziando i curricula degli studenti con ore in più di lingue al Bruno e di matematica al Franchetti». E teme problemi per i ragazzi, senza servizi di mensa. Contrari anche gli insegnanti. Marisa Gruarin del Bruno: «Un ente di prossima scadenza propone una sperimentazione senza tenere conto dell’offerta didattica in nome di un risparmio tutto da verificare». Carlo Forte della Cgil Scuola ribadisce: «Siamo contrari a decisioni che non tengono conto dell’autonomia degli istituti e siamo contrari perché temiamo pesanti contraccolpi sulla didattica». Anche la preside del Gritti, Emanuela Cecchettin si dice stupita di una decisione «che da quel che avevo capito io era tramontata dopo il confronto. Ma valuteremo che posizione assumere solo dopo il confronto in consiglio d’istituto e collegio docenti nei prossimi giorni».

Il preside del Barbarigo, che aprirà da settembre una succursale a Mestre al rione Pertini vicino al Gritti, è più possibilista. Claudio Marangon spiega: «Le scuole del centro storico non sono toccate da un esperimento che potrebbe risolvere da un lato tanti problemi e ridurre i costi ma dall’altro sarà difficile mantenere l’attenzione dei ragazzi con ore di lezione concentrate su cinque giorni». La sperimentazione prevede orari dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14 con un rientro pomeridiano dalle 14.30 e uscita tra le 16.15 e le 16.30. La Zaccariotto difende la scelta parlando di benefici evidenti con un risparmio di 332 mila euro sui trasporti scolastici che peseranno anzitutto per il Veneto Orientale (100 mila chilometri l’anno in meno, con un risparmio di 140 mila euro) per Mestre (15 mila chilometri in meno di servizio extraurbano; meno 25 mila euro mentre per il servizio urbano sono 31 mila chilometri in meno con una minore spesa di 97 mila euro). E risparmi su spese di riscaldamento, luce e acqua per 70 mila euro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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