Sette minuti al massimo sulle strade d’accesso al Marco Polo. Il Tar respinge i ricorsi di Comune e parcheggi
Il tribunale ha dichiarato improcedibili le istanze contro la Zona a traffico controllato istituita da Save nel 2018. L’ordinanza che regola il tempo resta valida

La Zona a traffico controllato istituita da Save all’interno dell’aeroporto nel 2018 è salva. Nei giorni scorsi, infatti, il Tar del Veneto ha dichiarato improcedibili per sopravvenuto difetto di interesse i due ricorsi presentati dal Comune e dalle società di gestione dei parcheggi proprio contro la Ztc istituita da Save all’interno dell’Aeroporto di Venezia sulla base dell’ordinanza emessa da Enac nel 2018.
L’ordinanza imponeva un limite di sette minuti sorvegliato da telecamere a chi accede nell’area aeroportuale, parcheggia e poi esce nuovamente. In base all’ordinanza – si legge nel sito del Venice Airport – tutti i veicoli che entrano in Aeroporto dovranno «impegnare» la viabilità per un tempo massimo di 7 minuti entro il quale i veicoli devono: entrare in uno dei parcheggi dell’aeroporto, che sono esclusi dalla validità della Ztc; uscire dalla Ztc senza entrare nei parcheggi.
Il ricorso rivolto in prima battuta nei confronti di Enac e in seconda battuta verso l’ente gestore della società aeroportuale, ossia Save, era stato presentato dall’Avvocatura civica del Comune di Venezia al Tribunale amministrativo regionale, senza però richiedere la sospensiva, lasciando aperto dunque uno spiraglio al dialogo istituzionale.
Il Comune aveva deciso di mettersi di traverso contro un provvedimento dell’Enac che scaturiva da sollecitazioni di Save. La stessa ordinanza di Enac, contestata da operatori, residenti e lavoratori, citava uno studio trasportistico commissionato da Save alla società Trt srl che aveva «evidenziato che il tempo di permanenza nel tratto più lungo di viabilità aeroportuale richiede al massimo 3 minuti e 39 secondi».
Il ricorso al Tar serviva, per la giunta, a fare chiarezza su un provvedimento su cui anche il prefetto Zappalorto si era impegnato ad una verifica in sede di comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Dopo il Comune, anche gli undici parcheggi satellite e un hotel avevano deciso di presentare ricorso.
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