«Serve l’hospice per i malati terminali»

L’appello della Cgil: «Il progetto non deve cadere nel dimenticatoio»
PORTOGRUARO. Tempi certi per il servizio di hospice ospedaliero per malati terminali, che, nel quadro del piano di riorganizzazione aziendale dell’Asl 10, dovrebbe partire entro fine 2007 e rassicurazioni sul mantenimento di alcuni servizi di Oncologia a Portogruaro. A chiederli è il sindacato dei pensionati Spi Lega Lemene della Cgil. «Non c’è tempo da perdere - afferma il segretario, Pietro Anese - i nostri volontari che assistono i malati a domicilio, ci segnalano una situazione sempre più insostenibile».


E aggiunge: «Nel Veneto Orientale si segnalano 400 nuovi casi l’anno di persone che hanno bisogno di paliativi o terapie del dolore, di cui 250 sono malati oncologici». In tutta l’Asl sono previsti 16 posti per l’hospice che, fino a quando non sarà disponibile uno spazio ad hoc, si prevedono di collocare in una struttura convenzionata. «Sappiamo - dice Anese - che esistono, all’interno dell’ospedale, ampi spazi che potrebbero essere destinati al servizio di hospice. Inoltre, siamo a conoscenza del fatto che anche l’Opera Pia Francescon è disposta a attivarsi, mettendo a disposizione un intero piano della casa di riposo. Si potrebbe pensare quindi a due hospice, uno inter e uno extra ospedaliero, ognuno da 8 posti». 


Il timore del sindacalista è però quello che il progetto venga procrastinato a oltranza. «Non vorrei - sbotta - che si vericasse un altro caso come quello di Fossalato, dove per realizzare l’attuale comunità psichiatrica, ci sono voluti 30 anni, per mancanza di finanziamenti». A preoccupare la Cgil è anche la possibilità che nel potenziamento in programma del servizio di oncologia a S. Donà, vengano sottratti a Portogruaro i servizi di day hospital e ambulatorio oncologico. «Per un ammalato di tumore, spesso spostarsi è un sacrificio non da poco - sottolinea Anese - e le distanze sono rilevanti».


Sull’argomento si è pronunciato di recente anche il centro per i diritti del malato. «In questa riorganizzazione - afferma la presidente, Ivana Franceschinis - deve essere tenuto ben presente che: Il 70% della chirurgia oncologica viene oggi svolta a Portogruaro e fra la popolazione è in atto un processo di accreditamento di questa specialistica, che rappresenta un patrimonio da non sottovalutare o disperdere».

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