Sequestrati mille metri di falso tessuto Burberry

L’indagine è iniziata quando alcuni finanzieri hanno notato dei tessuti griffati, esposti in vetrine di negozi di stoffe a prezzi un po’ troppo abbassati rispetto al valore commerciale. Non si tratta di svendita e nemmeno di scampoli di tessuti fuori produzione. I tessuti griffati Burberry costavano poco perché non erano di Burberry, si tratta infatti di prodotti tarocchi.
La nuova operazione contro la contraffazione dei marchi si è svolta tra Venezia e Mestre ed è stata portata a termine dai finanzieri del Primo Gruppo Venezia. Due le persone denunciate, entrambi italiani e due le perquisizioni. A Bergamo è stato individuato un capannone che distribuiva in tutto il nord Italia il tessuto contraffatto. Alla fine dell’indagine i militari hanno individuato un’intera rete distributiva di tessuto contraffatto che si presentava formalmente come legittima ma che in realtà celava una sofisticata attività di contraffazione.
La particolare operazione ha avuto origine dalla quotidiana attività investigativa dei finanzieri che hanno notato un negozio nel centro di Mestre che in vetrina, parallelamente a tessuti regolari, esponeva tessuti che potevano essere contraffatti e che riportavano un costo al metro elevato. Dopo alcuni approfondimenti di rito, i sospetti si sono rivelati fondati, poiché, subito dopo l’ingresso nel negozio, i militari notavano esposti per la vendita, accanto a rotoli di tessuto “originale”, due rotoli di tessuto contraffatto. I finanzieri, nonostante la sicurezza della non autenticità del tessuto si sono, avvalsi dell’ausilio di periti autorizzati, che dopo un’attenta analisi hanno confermato la perfetta contraffazione.
Dallo studio dei documenti fiscali ed amministrativi e grazie all’ausilio delle banche, è risultato che l’illegale distribuzione era opera di una ditta gestita da italiani a Bergamo. I finanzieri sono così risaliti al punto di partenza del tessuto contraffatto, mettendo dunque fine alla proficua commercializzazione dello stesso. L’operazione si è conclusa con il sequestro di circa 1170 metri di tessuto contraffatto, che avrebbe fruttato, venduto al dettaglio, circa 100.000 euro, e che avrebbe consentito di produrre decine di migliaia prodotti non originali da immettere sul mercato. I due commercianti dovranno rispondere dei reati di ricettazione, produzione e vendita di articoli contraffatti, alterazione di segni distintivi di prodotti industriali e commercio di prodotti con segni mendaci. Le indagini, svolte a tutela dei cittadini e dei consumatori al fine di impedire che vengano ingannati da casi di contraffazione, sono ancora in corso e sono orientate alla individuazione di ulteriori illeciti sia penali che tributari commessi dagli stessi commercianti o da altri loro collegati, anche vista la particolare raffinatezza dei reati sinora scoperti. (c.m.)
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