Sequestrati falsi profumi
Duemila confezioni trovate all'Ina Market

Finanzieri controllano le bolle dei profumi sequestrati a Marcon
MARCON.
Questa volta all'«Ina Market», il megastore gestito da un cinese di Marcon la Guardia di Finanza ha sequestrato duemila pezzi di profumi contraffatti. O meglio di falsi profumi griffati. I militari sono intervenuti, per un controllo, nei giorni scorsi. Al termine della verifica hanno sequestrato duemila confezioni di profumi marchiati con le griffe di note maison mondiali. Ma si tratta, stando ai finanzieri della Compagnia di Mestre, di prodotti contraffatti. In sostanza il profumo non è originale. Fino ad ora gli accertamenti non hanno consentito di stabilire la provenienza del profumo. Non è stato stabilito dove è stato prodotto e di conseguenza non è possibile sapere se il profumo può essere dannoso o meno alla persona che lo usa. Quindi oltre al danno per l'immagine delle famose maison, c'è il rischio per la salute di chi lo usa, in quanto il profumo non è stato testato per capire se può far male. Il megastore cinese è stato più volte, in passato, al centro di controlli da parte di Guardia di Finanza. Sia per il sequestro di capi di abbigliamento contraffatti che impiego di manodopera irregolare. I carabinieri due anni fa sono andati a colpo sicuro e hanno trovato all'interno 9 dipendenti irregolari, su 11 totali. In tutto sono state contestate alla proprietà violazioni amministrative in materia di lavoro per un ammontare totale di 35.000 euro. Sempre due anni fa la Guardia di Finanza ha fatto un controllo trovando migliaia di pezzi contraffatti. La merce irregolare è stata scoperta dai finanzieri della Compagnia di Mestre. Il market è ospitato nell'edificio che in passato era occupato dall'Unieuro. La multa per i capi contraffatti per i titolari era stata salatissima. In poche settimane la proprietà ha rimediato multe da quasi centomila euro. Il negozio da subito è stato al centro di mille polemiche perché, essendo un grande magazzino destinato al commercio al minuto, vendeva prodotti per i quali non aveva nemmeno la licenza. (c.m.)
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