Separazione di Mestre da Venezia: «Produrrebbe risparmi per 120 milioni»

Lo studio del Comitato promotore del Referendum: eliminando le municipalità e razionalizzando in due comuni separati ci sarebbero risparmi alla spesa

MESTRE. La separazione di Venezia e Mestre e la nascita di due Comuni indipendenti comporterebbe un risparmio di spesa di quasi 120 milioni di euro all’anno. I dati sono contenuti nello studio «Effetti della separazione tra Venezia e Mestre», commissionato dal «Comitato Mestre-Venezia Due grandi città» e dal «Movimento per l’Autonomia di Mestre “Piero Bergamo”».

Prima del commissariamento, il Comune unico contava 46 consiglieri (9 Venezia ed isole, 37 terraferma); 135 consiglieri delle sei Municipalità; un vicesindaco e 11 assessori; 3mila dipendenti escluse le società partecipate. Facendo i conti in tasca alla «macchina» burocratica: 11.800.000 per le Municipalità; 4.500.000 per il Gabinetto del sindaco; 9.000.000 per il Consiglio comunale per un totale di quasi 28 milioni di euro all’anno, cui si sommano le spese di funzionamento per circa 160 milioni di euro. Totale quasi 187 milioni di euro all’anno, pari a 694,50 euro pro capite. Con la separazione i Comuni sotto i 250mila abitanti (lo sarà Mestre) e quelli sotto i 100mila ma capoluogo di provincia (lo sarà Venezia) avranno ciascuno 32 consiglieri comunali e massimo 10 assessori. Le due amministrazioni verrebbero a costare 26 milioni Venezia (304 euro pro capite) e 41 milioni Mestre (221 euro pro capite) con un risparmio ipotetico complessivo di 119.653.473 euro all’anno, realizzabile attraverso eliminazione delle costose municipalità, blocco delle assunzioni e razionalizzazione dei servizi.

«Lo studio sui benefici derivanti dalla creazione dei due Comuni di Mestre e di Venezia conferma - semmai ce ne fosse bisogno - che dividersi non costa nulla. Anzi ci sarebbe un risparmio sulla spesa pubblica di circa 120 milioni di euro l’anno – sottolinea Marco Sitran, promotore del referendum –. Le due realtà inizierebbero finalmente a dialogare in modo costruttivo per una necessaria riqualificazione del turismo, della vita dei residenti e del territorio. Mestre città metropolitana e Venezia a statuto speciale: con il ripristino dei due Comuni tutto questo è possibile. Venezia, in particolare, potrebbe concretizzare la sua specialità negoziando uno statuto speciale con lo Stato, come previsto dal Titolo V della nostra Costituzione che il Governo Renzi vorrebbe, invece, eliminare. Trattenendo il residuo fiscale sul territorio si potrebbero garantire agevolazioni e sovvenzioni, anche a fondo perduto, alle imprese residenti che investano nell’artigianato e in altre attività alternative ad alto valore aggiunto, con sgravi e facilitazioni anche in favore della residenzialità permanente. Abbiamo deciso di rendere disponibile in anteprima un estratto dello studio perché i prossimi giorni saranno cruciali. Ne consegneremo copia anche a tutti i consiglieri regionali e alla prima commissione Affari Istituzionali, incaricata di stendere una relazione al Consiglio regionale, che dovrebbe preparare giovedì 11 dicembre, dopo aver acquisito i pareri dei due uffici legislativi di Giunta e Consiglio. Se si volesse, la meritevolezza si potrebbe votare entro Natale o al più tardi entro la metà di gennaio. In tempo utile affinché alle prossime elezioni amministrative si possa votare per due sindaci, per due grandi città».

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