Sei gli indagati per la Msc, sono i piloti di nave rimorchiatori e porto

VENEZIA. Sei indagati per la Msc “Opera” impazzita che domenica mattina ha prima impattato prima contro il battello fluviale “River Countess”, poi contro la banchina di San Basilio. Si tratta del comandante della grande nave, del DPA, ovvero il Designated Person Ashore di Msc, colui che provvede al collegamento tra gli uffici della compagnia e la nave, dei due piloti del Porto di Venezia e dei due comandanti dei rimorchiatori che stavano “accompagnando” la grande nave. L’ipotesi di reato è danneggiamento con pericolo colposo di naufragio, come previsto dal Codice della navigazione.
L’iscrizione sul registro degli indagati, con relativa nomina degli avvocati, è un passaggio necessario in vista della consulenza tecnica in contraddittorio annunciata ieri dal procuratore capo Bruno Cherchi. L’incarico verrà conferito giovedì 6 giugno.
La scatola nera
I misteri sull’incidente che ha fatto il giro del mondo potrebbero essere risolti con l’analisi dei dati contenuti nella scatola nera della “Opera”. Il dispositivo è stato sequestrato dalla pm Lucia D’Alessandro. «Sequestri mirati per evitare il blocco della nave che aveva 1.500 persone che dovevano scendere e 2.500 pronte a salire, più il personale», come ha detto il procuratore capo, hanno interessato anche altre componenti meccaniche della Msc tra cui i motorini per spostare l’imbarcazione e «tutti i punti di movimento della nave». Sigilli anche sul cavo di acciaio che collegava il rimorchiatore di prua alla Msc e il battello fluviale (solo per la verifica dei danni). Materiali, questi, ora a disposizione dei consulenti. La nave non è stata sequestrata. Nel tardo pomeriggio, dopo gli annunci di possibili partenze ritardate della crociera, Msc ha comunicato l’annullamento definitivo del viaggio.
La consulenza tecnica
«Non possiamo accertare quello che è successo solo sentendo le persone, serve una consulenza tecnica che in questo caso è un accertamento irripetibile soprattutto per quanto riguarda la scatola nera», ha spiegato Cherchi. Gli indagati potranno nominare i periti di parte che parteciperanno alle operazioni tecniche dopo il conferimento, giovedì, dell’incarico al professionista scelto dalla Procura.
«La consulenza dovrà stabilire il motivo che ha permesso alla nave di non seguire la rotta, sbandando sulla destra», ha aggiunto il procuratore capo, «C’è stato un problema tecnico? È dipeso dalle condotte delle persone? Al momento non possiamo dirlo: le prime ricostruzioni della Capitaneria di Porto necessitano di approfondimenti tecnici». E sull’ipotesi dell’avaria, come sostenuto da Msc: «Dobbiamo valutarla». In plancia di comando, come ha riferito il capo della Procura, c’erano il comandante della Msc e i piloti del Porto «che suggeriscono cosa fare perché conoscono la zona, ma chi decide è sempre il comandante».
L’accusa
Per il momento il fascicolo in Procura riporta l’ipotesi di reato prevista dall’articolo 1123 del Codice della Navigazione che punisce «chiunque per colpa cagiona danno a una nave» con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Una eventuale accusa di lesioni colpose dipenderà dalla presentazione o meno della querela da parte delle persone offese.
Le indagini
Domenica la pm ha coordinato gli uomini della Capitaneria nei sopralluoghi a bordo della Msc e del battello fluviale. Sul posto anche il procuratore capo. Nel corso dei sopralluoghi è stata acquisita numerosa documentazione che ora dovrà essere passata al setaccio. Lunedì mattina i vertici della Capitaneria sono arrivati in Procura per fare il punto sia con Cherchi che con il magistrato che a brevissimo passerà il fascicolo ad un collega.
Le condizioni dei feriti
Dei cinque feriti, due restano ricoverati all’ospedale Civile di Venezia. Si tratta di una australiana di 66 anni, H.R., per la quale l’Usl fa sapere che prosegue l’osservazione per il trauma toracico-dorsale. M.V., 71 anni dalla Nuova Zelanda, verrà a breve operata per una frattura alla spalla.
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